In apnea
Milano quando piove si romanizza
La proverbiale efficienza milanese è caduta sotto gli scrosci delle ultime alluvioni avvicinando pericolosamente il capoluogo lombardo, fiore all’occhiello delle amministrazioni di sinistra, ai livelli tragici di Roma. Dopo l’esperienza nefasta del luglio scorso, quando un forte nubifragio fece capitolare al suolo cinquemila alberi, trasformando la metropoli smart e salottiera di Sala in una distesa di tronchi e pantano avvilita e irriconoscibile, oramai si vive di previsioni anche sotto la madonnina. Occhi puntati al cielo e mani giunte in preghiera a ogni refolo di vento. E c’è chi improvvisa patetiche danze del sole nei cortili del naviglio perché non ne vuole sapere di abbassare l’asticella dell’aspettativa media di buon governo e servizi.
L’ultimo campanello d’allarme, neanche a dirlo, è scattato due giorni fa. «Allerta gialla per rischio idrogeologico a partire dalle 18 del 14 maggio che diventerà arancione dalle 21 e una per rischio idraulico dalle 21 che passerà all’arancione a mezzanotte», diceva la Protezione civile. La pioggia si è presentata puntuale e infida nella notte di martedì e alle 10,30 di ieri il fiume Lambro è esondato invadendo strade, cortili e cantine e obbligando i vigili del fuoco a un lavoro straordinario. Nel frattempo giungevano segnalazioni da tutti i quartieri della metropoli zuppa di pioggia e livore. Sottopassi allagati. Alberi caduti. Macchine bloccate in strada per l’acqua o per il traffico. Scuole chiuse. Stabili evacuati. Interventi persino dei sommozzatori per salvare alcuni disabili e una donna con due bambini piccoli rimasta impantanata nell’acqua mentre Atm, l’azienda di trasporto locale, deviava linee di superficie a causa degli allagamenti e dei rami precipitati sulle rotaie (...)
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