L'ultima di Sala

Milano, il Comune potenzia il bike sharing ma dimentica i mezzi

Daniela Brucalossi

Il servizio di Bike Mi – ovvero lo sharing di biciclette del Comune di Milano - verrà prolungato tutti i giorni fino alle 2 di notte (attualmente è utilizzabile dalle 6 a mezzanotte). Inoltre, dovrebbe mantenere l’orario continuato (24 ore su 24) per circa 100 giorni all’anno, non tutti consecutivi, dato che l’operatore necessità di adeguati tempi di recupero. Verrà aumentato il numero delle stazioni, sparse in tutta la città, dove è possibile prendere e lasciare le bici a noleggio (da 325 a 400) e si cercherà di aumentare anche il numero dei mezzi a pedalata assistita, che sono quelli maggiormente richiesti dagli utenti. Lo ha annunciato in Consiglio comunale l’assessore alla Mobilità Arianna Censi, rispondendo a una domanda a risposta immediata della consigliera di Europa Verde Francesca Cucchiara. «Il più presto possibile ratificheremo questo pacchetto di misure in giunta», ha precisato Censi. «Evito sempre di dare una data ma credo che, ragionevolmente, prima dell’estate sarà tutto pronto».

Intanto, il Comune di Milano sta portando avanti una trattativa con l’attuale gestore del servizio di sharing, la società Igp, con cui vanno rinegoziate le condizioni (le prove generali del futuro nuovo assetto sono state fatte durante la Settimana del Mobile, quando l’orario è stato esteso fino alle 2). I lavori per il prolungamento del Bike Mi hanno preso il via a seguito di un ordine del giorno di Europa Verde - approvato dall’Aula di Palazzo Marino – che chiedeva di eliminare i limiti di orario e portare il servizio di bici anche nelle aree periferiche, attualmente scoperte. Una decisione in controtendenza con i numeri registrati nell’ultimo anno da tutti i mezzi in sharing, il cui utilizzo è in forte calo dal Nord al Sud Italia. Infatti, secondo un recente report di Amat (l’Agenzia Mobilità Ambiente Territorio controllata dal Comune di Milano), in città il bike sharing è diminuito del 16,4% rispetto al 2023, il car sharing del 13,1%, lo scooter sharing del 30,8% e i monopattini in condivisione del 54,9%. Nello specifico, nel 2023, Bike Mi ha registrato circa 2,7 milioni di utilizzi. E, in generale, in tutto il Paese, essendo sempre meno gli utilizzatori dei servizi a noleggio, molti operatori abbandonano il campo e si ritirano dalle grandi città. Se da un lato il prolungamento degli orari dello sharing milanese potrebbe avere un risvolto positivo sulla mobilità serale e notturna del capoluogo (le metropolitane chiudono a mezzanotte e mezzo e, dopo quell’ora, i tram e gli autobus passano con scarsissima frequenza), dall’altro si presentano delle criticità da non sottovalutare dal punto di vista della sicurezza.

 

 

«La reputo una scelta estremamente pericolosa. Personalmente sono un sostenitore dell’uso della bicicletta, dove è possibile utilizzarla in sicurezza. Ma a Milano questo non è possibile, specialmente di notte», dice l’esperto di sicurezza stradale e consulente del Ministero dei Trasporti, Enrico Bonizzoli, che, negli anni, ha più volte evidenziato le irregolarità normative relative a numerose piste ciclabili della Madonnina.Da via Saint Bon a corso Buenos Aires, passando per via Verdi, corso Venezia, via Sardegna e tante altre. A volte percorsi riservati alle bici non adeguatamente delimitati da cordoli, a volte erroneamente posizionati. A gennaio, l’assessore comunale alla Sicurezza, Marco Granelli, in qualità di ex assessore alla Mobilità, è stato iscritto nel registro degli indagati per omicidio colposo in relazione alla morte della ciclista 39enne Cristina Scozia, travolta da una betoniera nel 2023 mentre stava passando in bici su una ciclabile tra via Francesco Sforza e corso di Porta Vittoria. «È chiaro che se già di giorno bisogna avere gli occhi anche dietro la testa per poter girare in bici a Milano, di notte il rischio aumenta ulteriormente», sottolinea Bonizzoli.

 

 

«Certo, ci sono meno auto in giro ma, di conseguenza, l’attenzione può calare. Oppure possono subentrare altre componenti, come la minore visibilità o l’abuso di alcol e sostanze da parte di alcuni soggetti». Secondo il consulente del Mit, per migliorare davvero la qualità della mobilità notturna meneghina servirebbe puntare su una maggior frequenza dei mezzi pubblici notturni e sul prolungamento degli orari di utilizzo. «In questo modo davvero si porterebbe beneficio a una più ampia fetta di popolazione. Perché il servizio di bike sharing di notte, oltre a essere, a mio parere, molto pericoloso, alla fin dei conti sarebbe utilizzato da un numero molto limitato di cittadini».