Ma dai...
Pd, lo spot al campo rom che non paga le bollette
E dove, se non nella Milano a misura di rom, poteva alzarsi il sipario sul primo “Festival di arte romanì” in Italia? Del resto, tra campi che diventano cimiteri di auto rubate e smontate, carovane che tengono in ostaggio interi quartieri e trasformano i marciapiedi in latrine e borseggiatrici che saccheggiano h24 i vagoni delle metropolitane, perché non regalare un palcoscenico - quello della Triennale, mica si scherza alla comunità nomade per una kermesse, benedetta dalla giunta con tanto di patrocinio, dal titolo emblematico: “Del Sarenge”, in romanès «donare a tutti».
Tre giorni (15-16-20 dicembre) di film, libri, mostre, marionette e flamenco: è questo il patrimonio artistico e culturale che la comunità rom ha voluto donare a Milano per promuovere «il contributo che il popolo romanì storicamente ha portato alle società nelle quali viviamo e lo fa anche oggi in condizioni di enorme discriminazione, combattendo per un mondo migliore per tutti». Parola degli organizzatori, tra cui l’associazione Upre Roma, il movimento Kethane e il corso di Terapeutica artistica dell’Accademia delle Belle Arti di Brera.
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L’impronta politica è chiara. Il Festival, infatti, rientra nel gran calderone di iniziative messe nere su bianco nella famosa delibera del centrosinistra da tre milioni di euro per combattere l’antiziganismo. Nell’ottobre del 2021 fu il primo provvedimento del Sala bis: giusto per capire quali siano le priorità di Pd e compagni. Non l’insicurezza dilagante, non il traffico impazzito causa ciclabili e ztl, non i duemila bambini esclusi dagli asili nido comunali. Ma l’antiziganismo, in una città che - a differenza di altri contesti - non ha mai visto conclamati episodi di intolleranza razziale nei confronti dei nomadi.
CHE MODELLO...
Eppure... Non bastasse tutto questo, ecco che a essere preso come modello è il Villaggio delle Rose, ovvero il campo rom regolare di via della Chiesa Rossa, quell’autentico fortino dell’illegalità che ad agosto 2022 vantava un debito da 700mila euro con il Comune di Milano per utenze non pagate. Un video, “Baktalo Romano Dives – quando la Terapeutica Artistica incontra l’arte romanì”, per raccontare «le azioni condivise progettate per il corso biennale specialistico di Terapeutica Artistica dell’Accademia di Belle Arti di Brera», e un film, “Il Villaggio delle Rose”, girato dalla regista svedese Hanna Heilborn che ha trascorso cinque anni con una delle famiglie residenti nel campo mostrandone la vita quotidiana «e anche tutto ciò che arriva da fuori, tra discriminazioni e pregiudizi». Nelle pellicole politicamente corrette, manco a dirlo, non c’è menzione dei furgoni rubati e ritrovati svaligiati nei campi attigui all’insediamento, dei corrieri attirati alle porte del villaggio e poi derubati, delle sparatorie tra famiglie rivali e degli arsenali di spade, coltelli e katane rinvenuti nelle villette.
All’interno del menu del Festival romanì c’è anche lo spettacolo The Gipsy Marionettist: protagonista Rasid Nikolic, nato nell’ex Jugoslavia ed emigrato in Italia con tutta la sua famiglia, oggi docente all’Accademia di Belle Arti di Torino dopo aver studiato Marionette Movimento e Design come autodidatta. Ad ammirare le sue storie legate alla sua appartenenza alla cultura rom e balcanica, così come ad assistere a video e film, sono stati invitati anche i bambini dell’Istituto comprensivo Arcadia, tra cui anche i piccoli nomadi che popolano il vicino campo di Chiesa Rossa.
E I MILANESI?
E ancora: una «finestra letteraria» con una lettura accompagnata da violino e tastiera per presentare la biografia in versi Gina Ranjici. Una poetessa rom, la prima opera poetica in lingua romanès; una mostra collettiva lungo 17 vetrine del passante di Porta Garibaldi, dal titolo “Una storia parallela con musica balcanica”, tra scrittura, arte, mestieri, artigianato, foto e favole rom con le illustrazioni tridimensionali dei bambini ospiti del Centro di ospitalità temporanea di via Novara (su cui dal 2018 al 2020 il Comune di Milano ha stanziato un milione di euro per trovare casa a meno del 30 per cento degli ospiti accolti, ndr). Stasera, invece, ci sarà il gran finale negli spazi della Fondazione Feltrinelli: dalle 18 in scena il concerto-spettacolo con il flamenco di Miguel Angel Vargas che incontra la musica sinta dei Romane Ciave. Canti e balli per esaltare la cultura rom, col fantasma dell’antiziganismo sempre pronto da agitare all’occorrenza. Attendiamo che la giunta investa fondi ed energie, e perché no anche un bel “Festival della legalità”?, anche dalle parti di via Bonfadini, via Negrotto e, ovviamente, via della Chiesa Rossa: ci sono centinaia di cittadini milanesi stufi dei soprusi dei nomadi.