Allerta massima
Prima della Scala, città blindata: perché scatta l'allarta massima
L’allerta è alta. E non solo per l’annunciata contestazione di Cgil e Anpi contro il «fascista» Ignazio La Russa colpevole di essere il presidente del Senato in carica che guiderà le cariche istituzionali presenti alla Scala durante l’intervallo della Prima per il saluto ad artisti e lavoratori del teatro. E nemmeno per il classico raduno dei centri sociali contro «la passerella dei ricchi e dei potenti che sbattono il loro lusso in mondovisione», che quest’anno sarà però declinato in chiave anti -Israele («è in atto un vero e proprio genocidio»).
A preoccupare di più, stando a quanto filtra trai reparti della Polizia di Stato, sono le possibili incursioni degli eco -vandali di Ultima Generazione. Sarebbero pronti al bis, dopo le secchiate di vernice colorata sul Piermarini (nel giorno della Prima) dello scorso anno. In quell’occasione gli ambientalisti colpirono alle 7.45 del mattino e gli agenti a guardia della piazza non riuscirono a impedire il blitz. Fu un’azione rapidissima. «Dobbiamo muoverci, in Italia siamo fermi. Basta gas e basta carbone entro il 2025. No ai nuovi impianti di gas fossile», dissero i cinque attivisti, poi trascinati di peso in Questura dai poliziotti. Il rischio che la storia si ripeta non è affatto remoto e l’imbrattamento dell’Arco della Pace (costerà 40.000 euro ripulirlo) potrebbe essere stato solo l’antipasto di ciò che verrà. La tensione è palpabile. Dalla mezzanotte di ieri piazza della Scala è presidiata in forze dalla Polizia.
Il servizio d’ordine, a partire dalle 13.30, interesserà anche piazza Mercanti, via Manzoni, via Roma, piazza San Fedele, via della Spiga, corso Matteotti e la Galleria Vittorio Emanuele II. Il salotto buono di Milano, che oggi avrà addosso gli occhi di tutto il mondo, è il sorvegliato speciale. La Questura di Milano impiegherà 150 uomini (le ferie per oggi sono state sospese), un numero in linea con gli anni scorsi, ma ulteriori contingenti sono già giunti in città da fuori e oggi pattuglieranno le vie e le piazze del centro per prevenire eventuali attacchi e disordini.
EVITARE SORPRESE
Del resto, si sa, le sorprese sono dietro l’angolo e la parola d’ordine è bloccare sul nascere ogni tentativo di rovinare la festa del Don Carlo nel sacro giorno di Sant’Ambroeus che fa luccicare la metropoli. Scene come quelle del 7 dicembre scorso non devono ripetersi, nonostante l’oggettiva imprevedibilità degli eco-imbecilli di Ultima Generazione, vogliosi di riprendersi la scena in attesa che l’iter di legge che prevede pene più pesanti per le loro gesta faccia il proprio corso.
Ma non è da sottovalutare nemmeno la sinistra, più o meno estrema, che soffia sul fuoco e usa la Prima per attaccare politicamente il governo. «Condivido e comprendo la presa di posizione di Anpi Cgil e credo sia ora che la seconda carica dello Stato condanni in modo molto chiaro le nefandezze del fascismo e si dichiari antifascista», ha spiegato il presidente dell’Anpi provinciale di Milano, Roberto Cenati, incalzando La Russa.
ANCORA IL FASCISMO...
E ancora: «Dovrebbe condannare il fascismo anche come violenza nei confronti degli oppositori politici, come oppressione di chi dissentiva dalle politiche del governo, gli omicidi degli oppositori politici». Materiale per scaldare gli animi dei compagni duri e puri e far drizzare le antenne alle forze dell’ordine.
«È Sant’Ambrogio, che nella nostra Milano significa clima natalizio, Prima della Scala e... pericolo fascismo, ovviamente. L’Anpi e la Cgil, a corto di argomenti, non vedevano l’ora di tirare fuori l’ennesima polemica ridicola: il presidente del Senato, l’amico Ignazio La Russa, non può partecipare al tradizionale concerto del 7 dicembre», la risposta del capo delegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento Europeo, Carlo Fidanza. «Sono ossessionati dal passato perché non sanno più credere nel futuro, soprattutto perché nel presente, a loro, non crede più nessuno», ha aggiunto il meloniano. Milano, intanto, si blinda per evitare guai e sfregi nel suo giorno.