Fuori controllo

Carlos Sainz & Co, tutti i vip rapinati a Milano: la "lista" che inchioda Beppe Sala

Claudia Osmetti

Furti, rapine, aggressioni. Ma soprattutto furti. Guarda -ma -quello -non -è?... Neanche il tempo di indicarlo per strada che gli sfilano l’orologio. O il portafoglio. O il telefonino. O quel che è. Perché Milano, Milano, Milano: è così facile imbattersi in un vip che passeggia in Galleria o esce da un negozio a Montenapo. Epperò Milano, Milano, Milano: mica è semplice la vita di calciatori, influencer, cantanti, attori, sceneggiatori, modelli, imprenditori e miliardari alla bisogna (loro: cioè alla loro, di bisogna, ché quanto a noi comuni mortali uno scippo resta uno scippo e, al limite, finisce nelle statistiche della Questura, se ti va bene ritrovi appena i documenti e sciur a - c a p i t a - a n che -agli -atri -si -ritenga -fortunata). È che se questa è la città più pericolosa d’Italia (lo dice l’Istat), non c’è categoria che tenga: siam tutti sulla stessa barca. Sulla barca di Carlos Sainz, che è un pilota delle rosse Ferrari ed è anche l’ultimo caso di rapina in pieno centro, in piena serata, in piena Milano. Quelli che (Jannacci, appunto) se ne stavano quatti quatti davanti all’hotel Armani, invia Manzoni, sabato sera alle 20.30, tre nordafricani che non arrivano a sessant’anni tutti assieme, e poi, a un certo punto, quando Sainz è uscito dall’albergo, si sono avvicinati e gli hanno strappato dal polso sinistro un Richard Mille modello Alexander Zverev, valore di mercato 500mila euro: oh-yeah.

«VENUTI DA MARSIGLIA»
Lui li ha pure rincorsi e, alla fine, le forze dell’ordine gli hanno acciuffati uno dopo l’altro (il primo in via Verri, il secondo in via della Spiga, il terzo pure). «Siamo stati noi, nessuno ci ha diretto. Eravamo appena arrivati da Marsiglia con l’intento di cercare un lavoro», diranno il giorno dopo i due maggiorenni arrestati, 20 e 19 anni. Il terzo, invece, risulterà avere 16 anni dagli esami ossei. Il pm Silvia Bonardi, però, non pare convinto: «Le circostanze e modalità della rapina, la scelta della vittima, e, soprattutto, il valore, non comune, dell’orologio da polso dallo stesso indossato, sono indicativi di una pianificazione». Ma intanto la notizia ha cominciato a fare il giro del mondo: e a metterli in fila, i vip che se la sono vista brutta, in città solo nell’ultimo anno e mezzo, forse non è sufficiente questa pagina di Libero. Se ci fosse Jannacci, che anzitutto era un milanese doc e poi era un genaccio come non ce ne sono più, vuoi che non la scriverebbe, una canzone che fa, pressapoco: quelli che si sono imbattuti nell’ex bomber dell’Inter, Christian Vieri, la settimana scorsa, seduto a un ristorante con alcuni amici, in un dehors del centro, coi cellulari sul tavolino adocchiati da una ragazza nomade che ha approcciato il gruppetto con una scusa qualsiasi e poi ha tentato il trucchetto di un foglio di carta. Ha coperto, cioè, gli smartphone e ha cercato di arraffarli, solo che Vieri è uno svelto di mano (oltre che di gamba) e ha sventato il colpo. Quelli che hanno borseggiato Saturnino, il bassista di Jovanotti, a fine luglio e sulla metro gialla, mentre stava andando in Centrale, all’altezza della fermata di Repubblica, gli hanno soffiato «un bellissimo porta carte di credito che, da come ti vesti, non sarai mai in grado di capire nemmeno rinascendo e che butterai in un cestino» (è lo sfogo dell’astista sui social), «tra te e Arsenio Lupin ci sono mondi»: oh -yeah. Oppure quelli che (qui è andata peggio) sono entrati col volto coperto da un passamontagna in casa di Roberta Martini, un ex top model e imprenditrice della moda, a gennaio, in zona Porta Romana, le hanno svuotato le casseforti, si sono portati via ori, gioielli e contanti, l’hanno spaventata a morte perché col trambusto l’hanno svegliata, poco prima di mezzanotte, se -stai -buona -non -ti -facciamo-niente, e si è ritrovata coi polsi legati da fascette di plastica e una mano sulla bocca.

 

 

 

Quello che (altro episodio che da ridere ha zero) ha aggredito, mentre era in auto, sotto il suo appartamento, a Famagosta, uno dei volti più noti dell’hip-pop e della musica urban, Eleonora Rossi, le ha infilato un braccio dal finestrino e ha cominciato a palpellaggiarla sul seno, un 22enne del Senegal che è stato arrestato da alcuni agenti delle Volanti, poco dopo, ma intanto lei, Rossi, in arte dj Hellen ha chiarito che «Milano non è più una città sicura». Quelli che hanno svaligiato la villa milanese (si trova davanti allo stadio Meazza) dell’imprenditore anglo-australiano Karim Kalaf e di sua moglie, che è la modella russa Galina Genis, a gennaio; quelli che hanno spazzolato il centro estetico in Porta Vittoria di Taylor Mega, un’influencer da tre milioni di followers, le hanno forzato la porta d’ingresso e hanno prelevato l’intero incasso (aprile); quelli che (inizio agosto) sono entrati in casa di Matilde Borromeo e di suo marito Antonius Von Furstenberg, lei erede della casata milanese, lui principe tedesco, a Sant’Ambrogio e, fortunatamente, non è riuscito a mettere le mani su niente perché sono intervenuti i domestici filippini, ma intanto l’effrazione c’era e il tentato furto pure.

ROLEX VOLATI VIA
Ne sa qualcosa anche Luca Macaluso, il “dentista dei vip” che, era metà febbraio quando scorazzava in centro a bordo della sua auto e tre pregiudicati, tutti e tre napoletani “in trasferta” meneghina per una serie di piazzate da mano lesta, hanno tenta to di rubargli il Rolex che ave va al braccio. Stava rientrando in garage, la banda ha pro vato a fermarlo, quell’orologino costava sui 120mila euro, quando hanno capito che non ci sarebbero riusciti sono scappati esplodendo colpi di pistola (a salve) per aria. E ne sanno qualcosa anche Davide Donadei (il partecipante del Grande fratello vip che a marzo ha raccontato sui social: «A Milano mi hanno fregato la collana d’oro, ero fuori da un locale e quattro ragazzi mi hanno aggredito, spintonato e la situazione, in pochi attimi, si è tranquillizzata», peccato che poi si sia accorto di non avere più il monile) e Lorenzo Spaggiari (il primario 61enne di Chirurgia toracica all’istituto europeo di oncologia milanese che, a ottobre scorso, mentre rientrava nel suo appartamento di San Babila si è visto stapparsi di dosso un altro Rolex e tanti saluti). Fine (per modo di dire) della carrellata: perché avremmo altri episodi (il ristoratore Giuseppe Cummo derubato di 95mila euro e della sua collezione di orologi che vale milioni; l’appello di Chiara Ferragni, l’estate scorsa, che ha fatto il giro del web) ma abbiamo terminato lo spazio. Anzi no. Perché è di questi giorni la storia instagram di Giulia Amodio, moglie del centrocampista dell’Inter Stefano Sensi: «Ad oggi avrei davvero paura di crescere i miei figli qui. È diventata una città indegna dalla quale a volte sento di dover scappare. Non è per niente sicura e quando hai dei figli piccoli sono cose con le quali devi fare i conti» Insomma, quelli che sono un po’ famosi e non per questo sono rimasti illesi dai delinquentelli di Milano. Quelli lì.