L'intervista
Il leghista Fabrizio Cecchetti: "Basta incontri virtuali, si torna in piazza a incontrare la gente"
Dopo un anno di riunioni virtuali la Lega Lombarda torna alle origini: negli ultimi due weekend di maggio (22/23 e 29/30) scenderà in tutte le piazza per una maxi gazebata. Ad annunciarla è Fabrizio Cecchetti, segretario regionale del Carroccio. Questa per lui sarà l’occasione di vedere a che punto è il rodaggio della macchina anche in vista della tornata elettorale di ottobre. Una macchina imponente, fatta di circa 230 sindaci, 600 assessori e 2000 consiglieri comunali, ai quali vanno aggiunti gli eletti in Regione, in Parlamento e in Europa.
Cecchetti, come va letta questa iniziativa politica?
«È la Lega che torna in piazza ad ascoltare la propria gente, a rispondere alle domande dei cittadini e a rilanciare la sua azione. Insomma, è il ritorno alle origini di un movimento che da sempre trae la sua forza dal contatto con il popolo. Per noi durante la pandemia è stato molto difficile non avere questo rapporto diretto con la gente».
Come vi siete mossi in questo anno?
«Ho perso il conto delle riunioni virtuali fatte con il territorio. Vale anche per tutti gli eletti che ho spronato a tenere il più possibile i contatti con iscritti e simpatizzanti».
Cosa direte al vostro popolo e a chi si avvicinerà ai gazebo?
«Ci sono due temi principali. Il primo riguarda il tesseramento, che fin qui era aperto solo on line. Vogliamo aprire il Movimento il più possibile, in modo di creare nuova linfa vitale, fondamentale per il futuro della Lega. L’altro tema riguarda la nostra permanenza al governo del Paese».
Non tutti gli elettori della Lega sembrano aver capito…
«Proprio per questo abbiamo bisogno del contatto diretto. Dai gazebo distribuiremo materiale che spiegherà bene le ragioni per le quali è importante che la Lega sia entrata in maggioranza. E inviterò tutti i nostri eletti a presidiare i banchetti».
Facciamo un passo indietro. Come vede la situazione in Lombardia?
«Quando sono arrivato, un paio di mesi fa, eravamo nell’occhio del ciclone, con attacchi vergognosi. Adesso mi sembra che le cose stiano tornando al loro posto. Anche sulla campagna vaccinale abbiamo invertito rotta, la gente è contenta. Stiamo parlando di un’amministrazione che nel disastrato 2020 ha avuto la capacità di mettere in campo un piano da 4 miliardi per far ripartire gli investimenti, e che l’altro giorno ha messo in campo 140 milioni per rilanciare le imprese».
E a Roma?
«Quella di entrare nel governo Draghi è stata una decisione sofferta, ma che alla fine ci darà ragione. I primi importanti risultati sono li da vedere».
Qualche esempio?
«Giancarlo Giorgetti al Ministero dello Sviluppo economico ha aperto tavoli sulle crisi che attendevano da mesi. Che dire poi della battaglia sulle riaperture ottenute il 26 aprile? Non fosse stato per l’azione della Lega, Speranza ci avrebbe tenuti ancora tutti chiusi in casa. Il decreto imprese era partito con 20 miliardi, e grazie alla Lega sono diventati 40».
Un’ultima domanda. Giovedì avete fatto il tavolo del centrodestra sulle candidature in tutti gli altri Comuni. Cosa è emerso?
«La volontà di andare uniti e quella di scegliere la persona migliore a risolvere i problemi posti dalla gente. Abbiamo parlato di accantonare le logiche di partito per aprire il centrodestra alla società civile. Una scelta che, ne sono sicuro, risulterà vincente».