Cartelle per i varchi di Area C

Verbali illegali, il giudice multa il Comune

Nicoletta Orlandi Posti

Nuovo schiaffo per Palazzo Marino dal fronte multe. La cattiva abitudine di notificare i verbali agli automobilisti anche oltre il termine di 90 giorni previsto dal codice della strada, per la quale l’amministrazione Pisapia è anche oggetto di una class action promossa dall’associazione Altroconsumo, comincia infatti a costare cara alle casse del Comune. L’ultima stangata in ordine di tempo è arrivata dal giudice di pace di Milano, che ha accolto il ricorso di un milanese contro una serie di verbali notificati oltre i termini previsti, annullando le multe e condannando Palazzo Marino al pagamento di oltre 400 euro di spese. Un caso che non rappresenta una novità assoluta, visto l’alto numero di ricorsi accolti nell’ultimo anno da prefetto e giudice di pace, ma emblematico perché la sentenza è arrivata nonostante il parere negativo dell’Ufficio ricorsi autorità giudiziaria. L’uomo, un 71enne disabile in possesso di regolare contrassegno che autorizza alla circolazione nelle corsie riservate ai mezzi pubblici ed esente dal pagamento dell’Area C, aveva ricevuto una dozzina di verbali perché si sarebbe dimenticato di associare il contrassegno alla targa di un’auto diversa da quella che utilizzava abitualmente. Peccato che la notifica delle multe fosse avvenuta con più di tre mesi di ritardo rispetto al giorno dell’infrazione. Forte delle sentenze della Cassazione, dei giudizi della Corte costituzionale e delle indicazioni del ministero dell’Interno secondo cui i termini per la notifica decorrono dal giorno dell’infrazione, l’automobilista aveva depositato un primo ricorso alla polizia locale. E, dopo che il prefetto lo aveva rigettato, si è rivolto al giudice di pace. Qui, il giudizio favorevole e la condanna nei confronti del Comune. «È sorprendente registrare che il funzionario responsabile dell’Ufficio ricorsi autorità giudiziaria non abbia tenuto conto della sentenza della Corte costituzionale né della circolare ministeriale, anche perché i funzionari rispondono degli atti che firmano», commenta Giovanni Aurea, delegato Rsu della polizia locale di Milano. «Personalmente sono stato sottoposto a un procedimento disciplinare dal vicecomandante per avere criticato pubblicamente l’anomala interpretazione», prosegue Aurea. «Fortunatamente il comandante Mastrangelo ha archiviato il procedimento, dimostrando maggiore sensibilità e competenza degli ufficiali del suo staff». di DINO BONDAVALLI