Sprechi arancioni

Pioggia di soldi per i nuovi alloggi dei rom

Nicoletta Orlandi Posti

Nel racconto di Palazzo Marino in salsa arancione, che parla di strutture di accoglienza emergenziali non riservate «a famiglie appartenenti a uno specifico gruppo o minoranza», ma volte a «promuovere la piena inclusione e integrazione», dovrebbero rappresentare lo strumento per «sviluppare l’accoglienza e valorizzare la tradizione di solidarietà ospitale ambrosiana». Ma nel passaggio dal libro dei sogni alla dura realtà quotidiana, i centri di emergenza sociale in via Barzaghi e via Lombroso, così come le strutture per l’autonomia abitativa in via Novara e in altre sedi messe a disposizione dei gestori, sembrano destinati a trasformarsi nell’ennesima spesa milionaria per spostare nomadi e abusivi da una parte all’altra della città. Il progetto firmato dall’amministrazione Pisapia, che è entrato nella fase operativa con la determinazione dirigenziale datata 29 settembre che ha dato il via libera all’intervento, prevede infatti una spesa complessiva di 1.370.280 euro (attingendo anche ia fondi vincolati del ministero dell’Interno) per la co-progettazione e realizzazione della gestione sociale dei centri dal 15 ottobre al 31 luglio 2016. E, di fatto, servirà a garantire un alloggio a rom e abusivi sfrattati dai campi nomadi o dagli alloggi popolari in città. Più nel dettaglio, l’intervento si compone di quattro diversi lotti. Il primo, assegnato alla Casa della Carità, prevede una spesa di 419 mila euro per la gestione e manutenzione di 180 posti letto nel campo rom «provvisorio» di via Lombroso da dove, una volta inaugurata la nuova struttura per la quale è stato speso mezzo milione di euro (entro dicembre), le famiglie verranno trasferite nel nuovo villaggio di via Bonfadini. Il secondo, affidato alla Fondazione Progetto Arca, prevede una spesa di 246 mila euro per la gestione e manutenzione di 100 posti letto nella struttura di emergenza sociale di via Barzaghi. Una struttura che già oggi è, in teoria, destinata ad accogliere famiglie con donne e bambini sgomberati dalle case popolari occupate abusivamente, ma che di fatto accoglie nella stragrande maggioranza dei casi famiglie rom. Il terzo lotto, assegnato al consorzio Farsi prossimo, riguarda 110 posti letto nella struttura per l’autonomia abitativa di via Novara, per la quale è prevista una spesa complessiva di 206 mila euro. Il quarto, affidato in parte minore all’associazione Sviluppo e promozione e per la parte più consistente al Centro ambrosiano di solidarietà, prevede infine una spesa complessiva di 185 mila euro per altri 170 posti letto in strutture per l’autonomia abitativa distribuite sul territorio. In tutto un totale di 560 posti letto ai quali potrebbero aggiungersene altri 60 qualora altre associazioni dessero la propria disponibilità, fino ad esaurimento della somma di un milione e 370 mila euro stanziata. «In sostanza quelli che il Comune chiama “sgomberi” si rivelano essere sempre solo semplici “traslochi”», attacca il vicepresidente del consiglio comunale, Riccardo De Corato. «I cittadini, infatti, spenderanno 1.370.280 euro per pagare lo spostamento e l’alloggio di nomadi e abusivi. E poco cambia che a pagare sia direttamente il Comune o che i soldi arrivino dallo Stato: sono sempre soldi che escono dalle tasche di chi paga onestamente le tasse», prosegue il consigliere di Fratelli D’Italia. «Resta comunque denaro che viene speso per alloggiare chi prima aveva occupato abusivamente e che era stato cacciato dal Comune, che aveva spacciato l’operazione come “sgombero” e invece si è limitato a fare dei traslochi a spese nostre». di DINO BONDAVALLI