Dopo la bufera giudiziaria

Faida azzurro sul rimpasto al Pirellone

Nicoletta Orlandi Posti

«Finora non è emerso un solo euro di tangente pagato dalla sanità lombarda. Io dimettermi? Assolutamente no. Garavaglia? Ma figuriamoci, se il suo è un reato allora devono arretarci tutti». Roberto Maroni è più battagliero che mai a Bruxelles, dove si è recato per parlare di Macroregione Alpina, e di gettare la spugna non ci pensa nemmeno per scherzo. Anzi, l’unico risultato che hanno prodotto gli attacchi politici alla sua giunta è stato quello di ricompattare la maggioranza e accelerare il rimpasto di giunta che, dicono fonti vicine alla presidenza, «ci sarà entro i prossimi dieci giorni». Oggi il presidente incontrerà tutta la sua maggioranza, alla presenza del coordinatore lombardo di Fi Mariastella Gelmini, per preparare la linea politica in vista del Consiglio regionale di martedì prossimo nel quale riferirà sull’inchiesta (ieri sera ha ricevuto la relazione da parte dei dirigenti dell’assessorato alla Salute) e affronterà la discussione sulla mozione di sfiducia presentata ieri in Regione dalle opposizioni. Da ieri, tra l’altro, i grillini hanno deciso di non partecipare più alle commissioni, «ma non ci siamo accorti della differenza» malignava qualche consigliere al Pirellone. Proprio sul tema sfiducia, Maroni avrebbe anzi deciso di giocare in contropiede proponendo alla sua maggioranza di presentare una mozione di fiducia nell’operato della giunta, forte com’è della convinzione che l’inchiesta che ha portato in carcere il suo vice non riguarda la Sanità lombarda. L’inchiesta, come detto, potrebbe avere anche un altro «effetto collaterale», l’accelerazione del rimpasto di giunta. Ed è qui che, improvvisamente, la situazione torna alla normalità con Forza Italia spaccata sul nome del prossimo superassessore alla Sanità e Welfare. Il posto spetta agli azzurri e verrà ricoperto da un politico. Fabrizio Sala, che molti (Toti soprattutto) vedevano in pole position, avrebbe cortesemente declinato l’offerta. Così i rumors di palazzo danno come favorito Giulio Gallera. Un nome, però, che ha suscitato malumori tra gli azzurri milanesi pronti, si dice, a boicottare le elezioni comunali in caso di promozione dell’attuale sottosegretario. Da qui ieri Toti e Maroni si sarebbero sentiti al telefono per provare a prendere tempo in modo da risolvere le diatribe interne. A margine della casella Sanità-Welfare ci sono poi da sistemarne altre, come quella della vice presidenza. Secondo i rumors, anche per dare discontinuità, Maroni sarebbe intenzionate a spaccare il binomio vice presidenza-assessore alla Sanità. In questo caso rientrerebbe in gioco Fabrizio Sala, stimatissimo da Maroni, che l’ha voluto al suo fianco per tutto il periodo di Expo. Sala apprezzerebbe e, a oggi, è in ballottaggio con un altro giovane assessore, Alessandro Sorte. C’è poi un’altra pista che vorrebbe quel ruolo affidato a una donna, con Valentina Aprea, che piace a Maroni ed è vicinissima alla coordinatrice Mariastella Gelmini, in vantaggio su Viviana Beccalossi di Fratelli d’Italia. A questo punto resterebbe un solo posto da riempire (quello della Cantù), ma qui le trattative in casa Lega sembrano ancora in alto mare. Scenari che già oggi potrebbero subire modifiche. Del resto dieci giorni in politica sono lunghi. Anzi, lunghissimi. di MATTEO PANDINI e FABIO RUBINI