Il commento

Una pagliacciata al giorno: così i grillini nascondono il flop politico

Nicoletta Orlandi Posti

Martedì mattina, quando ancora le notizie sull’arresto di Mantovani erano poco più di un lancio di agenzia, i consiglieri grillini si erano già presentati con le arance al Pirellone. Non si conoscevano i contorni delle accuse, non si conosceva la data della richiesta d’arresto (di oltre un anno fa), non si conosceva per quale carica del vice governatore fossero attribuiti i presunti reati. Insomma, non si sapeva altro che Mantovani era a San Vittore insieme a uno dei suoi più fidati collaboratori. Eppure i grillini avevano già organizzato il loro primo show. Ieri mattina è proseguita la gazzarra in Consiglio regionale: i Cinquestelle, da ieri, non si presenteranno più alle sedute della Commissione Sanità finché non sarà votata la mozione di sfiducia a Maroni. Una mozione legittima ma che, a leggere le dichiarazioni compatte della maggioranza, non porterà da nessuna parte. L’assessore Garavaglia resterà al suo posto, mentre la giunta subirà solo un rimpasto (più allargato di quello che Fi e Lega pensavano dopo la riforma della sanità). Non dubitiamo che anche la seduta di martedì prossimo, quando Maroni riferirà in aula, diventerà il teatro sul quale i grillini scateneranno la loro creatività. In questi due anni abbiamo visto striscioni, maschere di Formigoni, lo spray contro la casta, la fuga davanti all’intervento del cardinal Scola. Uno show dopo l’altro, che però rischia di nascondere un vuoto di idee: non è un caso che le ultime performance elettorali in Lombardia, per i grillini, siano state al di sotto della loro media nazionale. Qui le arance non bastano, e probabilmente non basteranno nemmeno dopo l’ultima inchiesta che ha travolto il Pirellone. di Massimo Costa