Rivolta nel bresciano

Il prefetto: stop alla tendopoli di Bresso

Nicoletta Orlandi Posti

Si è reso conto di persona che quella tendopoli a Bresso è fuori luogo. Il prefetto di Milano Francesco Paolo Tronca, dopo un sopralluogo nel campo teatro della rivolta di lunedì, ha annunciato il suo impegno per trovare soluzioni alternative prima della stagione invernale. «Questo è un centro di prima accoglienza, funzionale alla ripartizione dei migranti verso altre strutture», ha detto promettendo di ridurre il numero delle presenze nella tendopoli fino ad annullarle. Così come richiesto dai residenti che non hanno mai smesso di protestare contro quell’insediamento. Mentre sono attesi altri 400 arrivi alla periferia Nord di Milano, corso Monforte sta lavorando a soluzioni alternative: la capienza del centro di Bresso potrebbe essere dimezzata nei prossimi mesi, e al posto delle tende verranno montati dei container. Nello stesso tempo, continua la ricerca di strutture diverse, come ad esempio le caserme dismesse. Polemica anche nel Bresciano a Collio, comune di 2.100 abitanti dell’Alta Valtrompia. Sono bastati venti profughi dirottati nottetempo dalla Prefettura per spingere centinaia di persone a scendere in strada e manifestare contro l’accoglienza imposta dal governo. Cittadini e militanti di Forza Nuova giovedì sera hanno protestato nella frazione San Colombano, dove sorge l’albergo che si è preso carico dei richiedenti asilo. Una situazione che ha allarmato il sindaco Mirella Zanini avvertito dell’arrivo dei profughi solo poche ore prima con una “veloce” telefonata dalla Prefettura. Una manifestazione spontanea che ha contato anche attimi di tensione con i migranti che avrebbero risposto ai cori e agli slogan dei cittadini lanciando bottiglie contenenti acqua e altri liquidi contro i residenti e i militanti di FN, rimasti sotto le finestre delle camere fino a tarda notte. Una situazione esplosiva, tanto che la Zanini ha chiesto la verifica delle condizioni igieniche sanitarie. «Il vecchio hotel potrebbe non avere l’agibilità - ha rimarcato il sindaco -, è chiuso da anni e non abbiamo notizie in merito dal 2012». Nelle scorse ore un gruppo di cittadini ha iniziato anche una raccolta firme per chiedere al prefetto di riprendersi gli immigrati dirottati in paese. Stessa storia pure in alta Vallecamonica dove il braccio di ferro tra i sindaci Pd e i militanti della Lega, guidati dal segretario Beppe Donina, non conosce tregua. di GIUSEPPE SPATOLA