L'agenzia per la mobilità
Boom di consulenze per Amat. Fi e Fdi: "Carrozzone inutile"
Che la spending review in salsa italica avesse la tendenza a tradursi in tagli alla spesa molto più blandi di quelli annunciati, è cosa diventata evidente a tutti col governo Renzi. Ma da un’amministrazione come quella milanese, che negli ultimi anni ha portato imposte locali e costi dei servizi a un livello senza precedenti giustificando gli aumenti con le difficoltà nel far quadrare il bilancio, era lecito attendersi uno sforzo particolare nei tagli alla spesa. Invece, al di là delle promesse e delle buone intenzioni, l’attuazione di una spending review rigorosa è rimasta sulla carta. Questo, almeno, a giudicare da quanto accaduto con Amat, l’Agenzia mobilità ambiente e territorio, nata nel 2000 per elaborare strumenti e documenti di pianificazione, analisi e programmazione. Al 100% di proprietà comunale, l’agenzia alla fine dello scorso anno ha ottenuto dalla giunta Pisapia il contratto di servizio, con una spesa complessiva per il triennio 2015-2017 di 12 milioni e 732 mila euro. Oltre 4 milioni di euro l’anno. Con l’opposizione che va all’attacco. «Un tempo rappresentava un supporto per i tecnici del Comune, soprattutto quando si studiava l’adozione dell’Ecopass, ma adesso è diventata un carrozzone totalmente inutile, che produce studi che vengono duplicati all’esterno con delle consulenze», attacca il vicepresidente del consiglio comunale Riccardo De Corato, che nell’ultimo periodo dell’amministrazione Moratti aveva assunto anche le deleghe ai Trasporti e mobilità. «L’Amat è un vero e proprio Istituto Luce della propaganda della giunta Pisapia», gli fa eco Fabrizio De Pasquale, consigliere di Forza Italia a Palazzo Marino. «È diventata l’organo che si preoccupa di giustificare a posteriori le scelte politiche che fa la giunta, cercando di propinarci tesi criticabili come quella che l’Area C ha fatto diminuire l’inquinamento a Milano più che altrove e altre cose poi smentite da numeri scientificamente più rilevanti». Non basta. «Questo tipo di società serve anche a far sfuggire al controllo degli organi istituzionali le consulenze che non si possono più fare direttamente con il Comune», spiega De Pasquale. Anche se nessuno mette in dubbio la competenza e preparazione degli specialisti interpellati, il fatto che dall’inizio dell’anno Amat abbia già affidato incarichi esterni per oltre tre milioni di euro fa indignare il centrodestra. Secondo l’assessorato alla Mobilità, al contrario, le spese del Comune per Amat si sono ridotte negli ultimi tempi, ma «l’agenzia è ritenuta strategica e ha ridotto il raggio di attività extra contratto», occupandosi non solo di Area C o del Piano urbano della mobilità sostenibile (Pums), ma anche della gestione «dei fondi Ue per le politiche ambientali, della M4 e di altri temi che è utile presidiare». Ma di certo non diventerà un caso di studio su come applicare la spending review. di DINO BONDAVALLI