La rivolta di Bresso
L'ultima follia dem: scaricare i clandestini nelle caserme dismesse
La tendopoli di Bresso deve essere smantellata il prima possibile. Lo chiedono i vicini che vivono nell’incubo di nuove rivolte e blocchi del traffico; lo chiede da sempre l’opposizione di centrodestra che lunedì pomeriggio organizzava sit in davanti ai cancelli stigmatizzando la protesta degli immigrati; lo chiede anche il sindaco Pd del Comune alla periferia Nord di Milano Ugo Vecchiarelli. Il primo cittadino lo ha detto a gran voce subito dopo il corpo a corpo tra polizia ed extracomunitari: «Così non si può andare avanti». Però ieri - dalle colonne del Giorno - l’esponente dem è andato oltre, proponendo di trasferire gli immigrati nelle caserme dismesse di Milano e provincia. «Un vero centro di accoglienza potrebbe essere realizzato all’interno di una caserma dismessa» propone Vecchiarelli, «ci sono tante strutture adeguate che potrebbero ospitare i profughi». Verrebbe da dire: una toppa peggiore del buco. Tre caserme dismesse di Milano sono in attesa, da almeno un anno, del via al piano di riqualificazione: dovrebbero arrivare - lo aveva annunciato in pompa magna lo stesso Comune di Milano - servizi, case, verde. E la caserma Mameli di via Suzzani, inserita nel pacchetto di strutture da trasformare a nuova vita, è stata anche oggetto di una celebre occupazione abusiva dei centri sociali (finita grazie a un blitz delle forze dell’ordine). La tendopoli di Bresso doveva ospitare gli extracomunitari per poche settimane: ma ormai le stesse persone vi dimorano da mesi e mesi. Facile pensare che anche l’ipotesi delle caserme, una volta realizzata, diventi da provvisoria a definitiva. Inoltre, particolare non trascurabile, allestire un centro d’accoglienza nelle caserme abbandonate verrebbe a costare cifre iperboliche solo per mettere a norma i locali, a meno di spostare semplicemente le tende della Croce Rossa dal parco Nord al cortile delle caserme (ma allora perché non tenerli a Bresso?). Dopo la vergogna della stazione Centrale, evitiamo almeno l’occupazione delle caserme. di Massimo Costa