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Dallo zucchero alla canapa, quando la rinconversione è un successo

Jesi (An), 21 ago. (Labitalia) - Dallo zucchero alla canapa. E' questa la storia di una riconversione produttiva (agricola in questo caso) di successo che ha come scenario le Marche e in particolare Jesi, in provincia di Ancona. Infatti, fino a qualche anno fa, anche qui, la barbabietola da zucchero era una delle colture più redditizie. Poi, con la riforma Ocm dello zucchero e la chiusura degli impianti saccariferi italiani, alcuni imprenditori innovativi come Antonio Trionfi Honorati, hanno avuto l'idea di riportare in auge una coltivazione, quella della canapa, un tempo diffusissima in Italia. La canapa era usata infatti non solo per la biancheria di casa, ma anche per fare le robuste gomene per la marineria. Adesso lungo i campi dell'azienda agricola di Trionfi Honorati, verdeggiano rigogliose piantagioni di canapa, pianta che assomiglia in tutto e per tutto alla 'cugina' illegale, la marijuana. Ma nella canapa sativa legale (32 le varietà ammesse) coltivata a Jesi il contenuto di thc, il principio attivo psicotropo, è ininfluente. "A settembre queste piante raggiungeranno anche i cinque metri di altezza – commenta con Labitalia Antonio Trionfi Honorati, uno dei pionieri del ritorno alla coltivazione della canapa nelle Marche – Dipende dalle varietà. Abbiamo iniziato a coltivarla nel 2010. Dai cinque ettari iniziali, oggi siamo saliti a 11. E' sicuramente una delle coltivazioni più redditizie. Fino alla seconda guerra mondiale Jesi rappresentava un importante distretto produttivo europeo di corde di canapa. La città era fornitrice della Marina inglese e la canapa era seconda solo al grano per importanza". Dalla canapa si ricavano diversi prodotti, tutti preziosi: la farina di semi di canapa, ottima per uso alimentare, che viene venduta al pubblico fino a 10 euro al chilo, e l'olio che si ottiene dai semi, e che costa intorno ai 50 euro al litro (considerando il fatto che per 50 litri di olio occorre circa un ettaro di coltivazione). E poi ancora le creme all'olio di canapa, nutrienti e restitutive grazie all’elevato contenuto di acidi grassi polinsaturi (Omega-3 e Omega-6) e ricche di Vitamine E e C, e il sapone di canapa, lavorato in telai di legno stagionato per permettere al calore di allontanarsi in modo graduale e lasciato a riposare per almeno 72 ore. Da prodotto di nicchia alimentare, comunque, la canapa è diventata un ingrediente diffuso anche nel menù dei ristoranti e delle pizzerie. In più è a chilometro zero. Con la farina di semi sempre più spesso gli chef sfornano focacce dal colore scuro, pizze o pani aromatizzati, ma anche tagliatelle o pasta di semola. I germogli e le foglie fresche, poi, finiscono in sughi e condimenti adatti a primi piatti, e addirittura in aperitivi ammiccanti e di tendenza. Le caratteristiche nutrizionali sono poi molto interessanti. La canapa, sotto forma di olio di semi o di farina, fa bene. I semi di canapa sono un alimento proteico perché contengono tutti gli aminoacidi essenziali. Ricchi di omega 3 e omega 6, sono anche un valido aiuto contro l'artriosclerosi e i disturbi cardiovascolari. I semi sono composti per il 25% da proteine; in una combinazione eccezionale, che vede presenti tutti gli 8 aminoacidi essenziali per la sintesi proteica. A livello organolettico, i semi hanno un sapore molto gradevole e sono facilmente digeribili, per questo vengono utilizzati in cucina, soprattutto per arricchire insalate (come tutti la maggior parte dei semi oleosi) o per la preparazione di biscotti e dolci, ma anche di pesti e salse. A Jesi poi, ogni anno questa pianta generosa si celebra con Pikkanapa, un festival internazionale giunto quest'anno alla quarta edizione. Dall'1 al 3 settembre la canapa, accostata al peperoncino, diventa l'argomento di degustazioni, convegni e mostre mercato. A Pikkanapa ci saranno 80 espositori, oltre duecento varietà di peperoncini e preparazioni a base di canapa che animeranno le piazze storiche della città. Ai laboratori del gusto si affiancheranno approfondimenti sulla cosmesi naturale, la bioedilizia (con l'innovativa casa di canapa) e la medicina naturale. Gli scambi di semi e i corsi di assaggio sull'olio di canapa faranno da contraltare all'agguerrita gara dei "Mangiatori di fuoco". Un must di fine estate che nelle passate edizioni ha registrato decine di migliaia di visitatori. La partecipazione ai convegni darà addirittura luogo a crediti formativi per i professionisti, tra cui i medici, i farmacisti e gli architetti, il tutto grazie alle collaborazioni scientifiche con associazioni scientifiche e università.