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Carnevale: porte aperte per laboratori e hangar carri 'Cittadella' di Viareggio

Viareggio, 25 gen. (Labitalia) - A pochi giorni dall'inizio del Carnevale si aprono le porte della Cittadella di Viareggio, inaugurata il 15 dicembre 2001, il più grande e importante centro tematico italiano dedicato alle maschere. Non esistono, per dimensioni, spazi, servizi, altri grandi poli incentrati sul Carnevale. Qui sono concentrati i laboratori per i costruttori, gli hangar in cui vengono costruiti e conservati i giganteschi carri, due musei, un centro documentario storico. Tutto affacciato su una enorme piazza ellittica che in estate si trasforma in arena per grandi spettacoli. Questo insieme, immediatamente percepibile anche dall'Aurelia, che costeggia l'area in posizione elevata è disposto intorno a una piazza ellittica. Questa è la forma che meglio evidenzia il carattere di fondale e nello stesso tempo sottolinea la volontà di porsi come emergenza del territorio, fulcro di future addizioni. Anche di notte l'insieme delle costruzioni costituirà un segnale guida, manifesto di un'attività e di una città famosa nel mondo. L'insieme dei sedici capannoni e degli altri edifici disposti costituisce una piazza, ambiente ideale per feste e rappresentazioni. Sulla piazza si aprono le porte da dove escono i carri, quando sono chiuse costituiscono il sipario abbassato di un particolare teatro che al suo aprirsi lascia comparire sulla scena, in una magica visione contemporanea, i sedici straordinari attori, i carri del Carnevale. Ma se la piazza è il luogo delle feste, la strada ellittica perimetrale esterna, la strada degli artisti, è il luogo degli incontri tra i visitatori del parco e gli artigiani al lavoro, che su essa hanno le loro botteghe. La Cittadella è costituita dai capannoni-laboratorio, da due nuclei di servizi e dall'edificio museo. Tutti gli spazi esterni sono pavimentati con materiali permeabili, divisi per colore e per forma, articolati intorno a un disegno complessivo. Particolare attenzione è stata posta per realizzare condizioni di lavoro all'interno dei capannoni, sicure e agevoli, accogliendo suggerimenti ed osservazioni dai carristi. La Cittadella del Carnevale è tutelata da un triplo anello antincendio, uno per la piazza interna, uno per i sedici capannoni e il museo, uno per la strada esterna. Ciascun capannone ha poi un impianto di spegnimento automatico, evacuatori di fumo automatici e strutture protette. Ogni capannone ha un impianto diffuso ad aria compressa, impianto di essiccazione a pompa di calore, un impianto idrico ed elettrico ricco di leve e di corpi illuminanti. Un sollevatore mobile che interessa l'intera area del capannone, che può sollevare carichi fino a una tonnellata. Un tempo i carri nascevano in vari luoghi della città: sotto le logge del mercato, nel teatro Politeama, tra una casa e l’altra. Ogni luogo era buono per impiantare una palizzata, alcuni teli e sfidare il clima rigido dell’inverno per modellare creta, gesso e carta. Poi, nel dopoguerra, vennero costruiti i baracconi di via Cairoli distrutti in un terribile incendio nell’estate del 1960. A tempo di record furono costruiti gli hangar di via Marco Polo che hanno custodito il carnevale per quarant’anni. Al museo del Carnevale della Cittadella è possibile scoprire tutti i segreti e i trucchi della cartapesta. Il complesso che accoglie gli atelier dove i costruttori viareggini realizzano i carri allegorici, il Museo del Carnevale racconta attraverso documenti originali, bozzetti, manifesti e modellini, la gloriosa storia della manifestazione. All’interno del Museo è presente anche uno stand didattico che illustra le diverse fasi della realizzazione di un’opera in cartapesta, mentre al piano terra dell’edificio museale sono allestiti laboratori didattici dove è possibile cimentarsi nella manipolazione della creta e della carta per fare esperienza di modellazione e lavorazione di un manufatto in cartapesta. La statua di Burlamacco creata dalla fantasia di Uberto Bonetti nel 1930 accoglie con il sorriso i visitatori per guidarli nel fantastico mondo del carnevale. Il percorso inizia con un ideale corteo di modellini di carri allegorici di prima categoria, che offrono la possibilità di osservare la struttura e le diverse soluzioni compositive, cromatiche e in particolare la traduzione in chiave satirica dei vari temi affrontati. Una serie di bacheche in legno, come una sorta di banchi da lavoro artigianali contengono opere originali di alcuni noti artisti che hanno lavorato per il carnevale fra cui: Enrico Pranpolini, Lucio Venna, Moses Levy e Uberto Bonetti, al quale è dedicato ampio spazio a testimonianza del suo lungo e intenso rapporto con il carnevale di Viareggio. In un tavolo-bacheca si possono ammirare le cartoline che riproducono i manifesti ufficiali del carnevale di Viareggio dal 1925 ad oggi. Il Carnevale di Viareggio, fin dal 1925 con l'uso della cartapesta o carta a calco, ha fatto propria la filosofia del recupero e del riciclaggio attraverso una tecnica manuale ed un modo originale e creativo, utilizzando un materiale usato e gettato via. La povertà dei mezzi utilizzati nella lavorazione come la carta di giornale, la colla di farina, la creta, il gesso, i giunchi, costituisce la caratteristica della tecnica viareggina che si esprime in modo esplosivo nella costruzione dei grandi carri allegorici. Questa tecnica artigianale, applicata dagli artisti anche in altri settori, come la scenografia, la museografia, l'arredamento e l’oggettistica, è di facile impiego e può essere usata nelle scuole, dalla materna alle superiori, come linguaggio espressivo autonomo. Essa permette l'unione di più tematiche, dall'ideazione dei soggetti alla struttura portante, dalla modellatura in creta alla formatura in gesso, dall'applicazione della carta alla colorazione. Al piano terra l’edificio museale su una superficie di oltre 300 mq. sono allestiti i laboratori didattici dove le scolaresche hanno la possibilità di praticare le più elementari tecniche di manipolazione della carta a calco.