Ora Mario teme i sondaggi Crolla il consenso popolare

Lucia Esposito

 I sondaggi, cui Mario Monti da molto peso, da un lato, le pressioni dei partiti dall’altro. Stretto in questa tenaglia il governo ha deciso di accelerare la “fase due”. Basta con le tasse, investire piuttosto per lo sviluppo, dare un po’ di respiro alle famiglie. Curioso che la decisione di fare questo scatto avvenga nel corso di un Consiglio dei ministri che, durato cinque ore, riforma la Protezione Civile aumentando di cinque centesimi le accise sulla benzina e autorizza le Regioni, in caso di calamità naturale ad aumentarlo di ulteriori cinque.  L’alto consenso popolare, cioè lo strumento attraverso il quale l’esecutivo è riuscito ad imporre fino ad oggi le sue scelte, è in costante calo. Un calo che si estende a tutti i partiti che sostengono il governo e che spaventa anche il Capo dello Stato: secondo Swg la maggioranza degli elettori sarebbe infatti intenzionata a non votare e il movimento “extraparlamentare” di Beppe Grillo, ad oggi, sarebbe il terzo partito dopo Pd e Pdl. Staccare la spina Il premier sa bene che questa deriva va fermata, che in ballo c’è anche la sopravvivenza del suo governo. Troppe le pulsioni nei partiti per andare al voto, sempre più numerosi i teorici dello “staccare la spina”, molto forti le pressioni di sindacati ed associazioni di categoria. E la situazione economica continua a preoccupare molto i suoi ministri. Così Monti ha annunciato di voler «riprendere la discussione sul decreto fiscale», per «riannodare i fili», e di avere intenzione di farlo subito. Dopodomani pomeriggio, infatti, è stato convocato un nuovo Consiglio dei ministri per esaminare  il “Documento di economia e finanza 2012” e la “Delega in materia di revisione del sistema fiscale”. Il governo vuole dare un segnale, soprattutto alle famiglie, cercare - seppur con pochi fondi - di dare ossigeno all’economia che è assolutamente ferma, come ha rilevato ieri anche Confindustria. Lo vuole fare insieme ai partiti, senza creare frizioni. «Tutte le misure prese finora, anche dolorose, sono state condivise dai partiti della maggioranza e da loro considerate inevitabili», dice Antonio Catricalà, sottosegretario alla Presidenza del consiglio. Toccherà anche a lui, che ha preso il posto - non solo fisicamente - di Gianni Letta, stimato a centrodestra e rispettato nel centrosinistra, lavorare con diplomazia al nuovo corso. Vertice di maggioranza Martedì sera, per trovare una sintesi e raggiungere un accordo, il premier convocherà a Palazzo Chigi i tre segretari, Angelino Alfano, Pier Luigi Bersani e Pier Ferdinando Casini. A loro sottoporrà le stime macroeconomiche per l’anno in corso e il prossimo, farà vedere i conti. Ciascun segretario avanzerà le sue proposte, ma la sintesi sarà tutt’altro che facile. Già il premier ha maldigerito, seppur comprendendola, la richiesta del leader Pdl di rateizzare l’Imu. Protagonista della fase-sviluppo vuole essere Corrado Passera.  Il ministro dello Sviluppo Economico finora è rimasto ai margini della scena. Secondo i maligni, l’avrebbe fatto appositamente per non consumare la propria immagine. Le scelte draconiane di questi mesi, infatti, sono tutte associate al volto del ministro del Welfare, Elsa Fornero. Molti hanno sospettato che l’invito fatto giorni fa da Giorgio Napolitano a «investire sullo sviluppo», reso noto poco dopo un faccia a faccia col premier, fosse rivolto proprio a lui. Fatto sta che Passera ieri è tornato a dire che bisogna «accelerare sullo sviluppo», che questa è «l’urgenza fondamentale», anche per evitare «drammatiche tensioni sociali». La strada è certamente in salita. Ma il governo ha intenzione di mettercela tutta e lo dimostra il fatto che Monti ha deciso di non partecipare al G20 dei  ministri dell’Economia in programma settimana prossima a Washington, ma di restare in Italia. di Paolo Emilio Russo