Miracolo prete di montagna 500 euro a ogni bimbo nato
«La legge della montagna è che bisogna produrre ciò di cui si ha bisogno». Don Diego Soravia lo dice con fierezza ma anche con fatalismo: da ventiquattro anni è il parroco della chiesa di Santo Stefano di Cadore, nel Bellunese. Mille metri d’altitudine, duemila anime e pochissimi servizi. Qui, tra il Piave e il torrente Pandola, lontani dalle fabbriche, dalla vita produttiva della pianura e dalle opportunità della città, è ancora più difficile campare. Da quando è scoppiata la crisi, molti hanno lasciato il paese in cerca di fortuna, una sia pur piccola fortuna rappresentata da un qualsiasi impiego, da un pur magro guadagno. Chi però ha deciso di rimanere, chi ha scelto di mettere al mondo un figlio e di farlo crescere a Santo Stefano di Cadore, da due anni può contare sull’aiuto di don Diego: per ogni nascita la sua parrocchia dona 500 euro ai neo-genitori. Che siano sposati o meno. La convivenza, si sa, non rientra nella tradizionale visione che la Chiesa ha del matrimonio, ritenuto il pilastro fondante della famiglia. Ma don Diego ritiene a sua volta che in tempi come questi non si possano fare distinzioni tra chi è sposato e chi, per un motivo o per l’altro, non si sente ancora pronto per le nozze. Un prete controcorrente, quindi? Don Diego rifiuta l’etichetta del ribelle. «La famiglia è importante» spiega «ma in questo momento lo è ancor di più che le coppie e i giovani si aprano alla vita, che tornino a volere figli senza dover guardare al portafogli». In due anni 14 assegni - Finora è accaduto soltanto una volta, pochi giorni fa, che l’assegno di 500 euro venisse dato a una coppia non ancora sposata. Ma don Diego non si pone limiti. «Penso che in futuro capiterà sempre più spesso, perché mettere su una famiglia nel senso tradizionale del termine sta diventando davvero difficile. In montagna, poi, lo è ancora di più, perché» racconta «qui da noi le nascite si contano davvero sulle dita di una mano». In due anni sono state quattordici le coppie che hanno potuto contare sul sostegno di 500 euro. «So bene che si tratta di una cifra simbolica, ma è un piccolo incentivo per realizzare qualcosa di grande». Altri tre bimbi nasceranno nelle prossime settimane. Ma come fa una parrocchia così piccola ad offrire un servizio del genere alla comunità? «Non è facile» risponde il religioso «però con tanta buona volontà non è certo impossibile». Prete "imprenditore" - Don Diego è anche un «prete- imprenditore» a servizio dei fedeli. Il meccanismo per racimolare le somme da destinare ai neo-genitori è ormai consolidato. Ogni estate la parrocchia di Santo Stefano di Cadore organizza «il mercatino delle meraviglie», una sorta di bazar dell’usato che porta nella piazza principale vecchie cassapanche, tavolini e altri oggetti finiti nelle soffitte. «Tutte cose di cui la gente non ha più bisogno» dice il parroco. I cittadini di Santo Stefano, ma anche i turisti che nei mesi più caldi cercano refrigerio in altura, fanno un’offerta spontanea per acquistare questi articoli. «Chi dona dieci euro, chi venti, chi cinquanta», dice entusiasta don Diego, «tutti contribuiscono alla causa». Ed ecco com’è possibile il miracolo. Nel 2010 il «mercatino delle meraviglie» ha incassato poco meno di diciottomila euro. Di questi, tremila sono stati destinati al fondo riservato ai neo-genitori. «La scorsa estate invece» precisa il parroco «siamo riusciti a raggiungere i ventimilacinquecentotrenta euro». Il tesoretto - Ed i soldi che avanzano dal mercatino, dove vanno a finire? «Sono destinati comunque alla comunità», spiega don Diego. «Quest’anno abbiamo donato al Comune quattromila euro per il restauro della cappella del cimitero, l’anno scorso abbiamo destinato i fondi all’arredo urbano del paese». Altri soldi poi sono stati riservati all’acquisto di tre ambulanze. Il «prete-eroe» non solo accorre in soccorso delle coppie che vorrebbero avere figli ma che hanno paura delle spese da capogiro per mantenere il bambino. Don Diego, con il Comune all’asciutto a causa dei tagli statali che si abbattono sulle amministrazioni locali cerca di rimpinguarne le casse. «Il merito non è mio» dice il prete che cerca di dare una speranza a chi ha scelto di non voltare le spalle alla montagna. «Il merito è del mercatino dei miracoli e della generosità della gente». di Alessandro Gonzato