Bce: lavoro giù, inflazione su. Italia, sarà nuova manovra

Giulio Bucchi

Nel 2012 disoccupazione ai massimi e inflazione sopra il 2%, l'Italia dovrà rifinanziarsi per il 20% e oltre del proprio Pil. E' l'allarme lanciato all'Eurozona, e non solo, dalla Banca centrale europea di Mario Draghi. Il bollettino di aprile dell'Eurotower parla chiarissimo: nei prossimi 12 mesi peggiorerà il mercato del lavoro in tutta l'Ue, con condizioni che "continunano a deteriorarsi". "La crescita dell'occupazione è rimasta negativa mentre è proseguito l'aumento del tasso di disoccupazione". Nel quarto trimestre 2011 l'occupazione è scesa dello 0,2% sul periodo precedente, in calo anche le ore lavorate (-0,4%). E per il primo trimestre 2012, continua la Bce, "gli indicatori delle indagini segnalano una probabile ulteriore contrazione dell'ooccupazione". A febbraio 2012 il tasso di disoccupazione dell'Eurozona si è collocato al 10,8%, un livello superiore di 0,6 punti percentuali rispetto al massimo raggiunto nel maggio 2010. Nuova manovra? - Le prospettive nere sul mercato del lavoro, unite all'inflazione attesa sopra il 2% per inizio 2013 ("per effetto dei recenti rincari dell'energia nonchè degli incrementi delle imposte indirette annunciati ultimamente", specifica il bollettino Bce) disegnano un futuro a tinte fosche per i paesi più in difficoltà. Non a caso, sottolinea l'Eurotower, "i differenziali per la Spagna e l'Italia sono aumentati sulla riconsiderazione delle prospettive di crescita nell'area Euro" (rischieranno, in misura minore, anche i Paesi Bassi). E sebbene per il 2012 Francoforte si attenda "una graduale ripresa" dell'economia europea "grazie a domanda estera, tassi di interesse a breve termine molto contenuti e a tutte le misure adottate", resta un'ipotesi sempre più concreta: l'Italia nel 2012 evidenzierà "un fabbisogno di rifinanziamento pubblico particolarmente rilevante pari o superiore al 20 per cento del Pil (che nel 2011 ha sfiorato i 1.600 milioni, ndr)", livello superato anche da Grecia, Cipro, Belgio, Spagna, Francia, Paesi Bassi e Portogallo. Se se i pensa anche agli sbalzi dello spread (che incidono per miliardi sul debito), tutto questo si può leggere in un solo modo: nuova manovra aggiuntiva in vista.