Travaglio e Perina avvocati della badante di Bossi
Tre anni fa lei è stata "vittima" della rottura tra Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi, "pagando" con l'addio alla direzione del quotidiano "Il Secolo d'Italia" la nascita di Futuro e libertà. E da fedelissima di Fini accorre in difesa della fedelissima "badante" di Umberto Bossi. "Venti righe in difesa della strega Rosy Mauro, bruciata sul rogo come le fattucchiere di Salem per purificare la comunità padana. Venti righe per dire che la caccia alle veline ingrate non emenda la politica ma ne dimostra, al contrario, l’irriformabilità dall’interno". Le scrive la deputata di Futuro e libertà, Flavia Perina, in un editoriale sul sito di Fli. "Siamo stufi di leader maschi incapaci di dire: ho sbagliato - prosegue - stufi di classi dirigenti che anzichè chiudersi dentro una stanza per tre giorni e ragionare sulla fine del modello populistico-carismatico che hanno incarnato, vanno sui palchi con le scope, o con i cappi, o con la faccia nuova di turno, Maroni per cancellare Belsito, Alfano per dimenticare Ruby, e credono che il Paese ci creda". Dimentica, la Perina, la condotta tenuta dal suo capo Gianfranco a proposito della casa di Montecarlo che lui trasformò da lascito al partito in bene d'uso personale. In quell'occasione, non solo Fini non si chiuse tre giornia ragionare su quanto fatto, ma si guarò bene dal lasciare la poltrona di numero uno di Montecitorio sulla quale sta tuttora comodamente appollaiato. In questo, i Bossi e i Maroni hanno sì da insegnargli. In soccorso della "nera" Rosi, arriva oggi sulla prima pagina del Fatto quotidiano anche Marco Travaglio. Forse perchè lo scandalo Lega non è stato lui a scoperchiarlo, Travaglio cita l'assessore alla Cultura milanese Stefano Boeri, che ieri trasformava i Bossi in modelli di comportamento, a fronte di un Penati che resta aggrappato alla sedia del Pirellone. E sulla Mauro dice in parole povere che nessuno ha la faccia tanto pulita da poter chiedere alla "badante" del Senatùr di mollare lo scranno di vice a palazzo Madama. A partire dal presidente Renato Schifani, il quale dice Travaglio "è indagato per mafia a Palermo".