Spread a 400, la Borsa a picco: ma a cosa è servito Monti?
Manovre, tasse, lacrime e sangue non bastano. Italia e Spagna tornano nel mirino della speculazione alla riapertura dei mercati dopo la pausa per Pasqua. Sotto pressione ci finiscono i titoli di Stato nella settimana decisiva per il varo della riforma del lavoro. E così il famigerato spread, il differenziale tra i Btp italiani e l'omologo bund decennale tedesco, è tornato a salire verso l'alto, toccando in avvio di contrattazioni la quota di 386 punti base, per poi continuare a salire nel corso della giornata fino a sfondare la soglia simbolica dei 400 punti (400,3) poco prima delle 17, in rialzo di 28 punti rispetto al valore di apertura. Lo spread non era mai andato così alto da primo di febbraio (Monti lo aveva "ereditato" a quota 500 circa). Il rendimento dei titoli di stato è risalito fino a sfiorare il 6 per cento. Borsa a picco - Di pari passo tracollavano le Borse europee: all'inizio delle contrattazioni , trascinata al ribasso dal comparto bancario, Piazza Affari perdeva più di 1,5 punti percentuali. Intorno alle 9.30, condizionata dall'impennata dello spread, la Borsa di Milano lasciava il 2,22 per cento, maglia nera tra i listini europei che scontano anche il calo di Wall Street dopo i deludenti dati sulla disoccupazione mensile negli Stati Uniti. A metà mattinata, in scia alle altre Borse europee, Milano limava le perdite attorno ai 2 punti percentuali, per poi sprofondare in un rosso superiore ai tre punti percentuali. Quindi il tracollo a pochi minuti dalla chiusura: a fine giornata l'indice Ftse Mib - maglia nera continentale - ha perso il 4,98% a 14.438 punti, mentre il complessivo All Share ha lasciato il 4,53% a 15.502 punti. Male anche gli altri indici europei: Londra ha perso il 2,24%, Parigi il 3,08%, Francoforte il 2,49% e Madrid il 2,83 per cento.