Fornero, maestra poco sobria Bacchetta pure i sondaggi
A colpire la sua attenzione, evidentemente, è stato il titolo del “box” su L’Espresso: “Fornero bocciata dagli italiani”. Sotto, un sondaggio Demopolis che dimostra come larghissima parte degli elettori - il 63% - sia contraria alla revisione dell’articolo 18. Una contrarietà in percentuale che, ovviamente, è più rilevante tra gli elettori di sinistra (92%), di centrosinistra (73%) e scema tra gli elettori di centro (49%) e di centrodestra (40%). Sarà pur vero, come aveva detto in mattinata alla radio che «i tecnici non sono freddi», che «il dispiacere personale» l’aveva messo in conto, ma, passata qualche ora, il ministro del Welfare, ha provato a ridimensionare lo studio, sostenendo si trattasse di «un errore di comunicazione». Contro il sindacato rosso - Elsa Fornero si è presentata ieri pomeriggio al congresso dell’Ugl. La sua presenza era prevista per il giorno prima, ma lei non c’è andata. Richiamata dal segretario del sindacato, Giovanni Centrella, ieri pomeriggio è comparsa in sala, accolta da un applauso. «Voglio convincervi», ha detto - con l’aria un po’ professorale che la contraddistingue -. Per spiegare il ragionamento ha sventolato davanti ai lavoratori una copia del settimanale, non certo critico con il governo. «È stato chiesto agli italiani se sono interessati al contrasto della precarietà? A quella dei giovani? Cosa avrebbero risposto? Avrebbero risposto di sì...». Il problema, spiega il ministro entrato al governo in quota Pd ed ora sostenuto soprattutto dal Pdl, è che «la riforma del mercato del lavoro andrebbe valutata tutta insieme ed il suo 80% è stato sommerso da una discussione ideologica e grossolana sull’articolo 18». Parole dure che sembrano prese in prestito dalle critiche che i dirigenti Pdl fanno da giorni a quelli del Pd. Una frase che contiene un attacco implico alla Cgil, “rea” di avere cambiato idea: la riforma «è stata costruita con il consenso di tutte le parti, tranne la Cgil». È stato il sindacato rosso a volere la rottura: «Abbiamo lavorato per tre mesi, c’è stato dialogo». Nell’ultima riunione, però, Susanna Camusso «ha ritirato il consenso». Fornero perdona, perché «cambiare idea è legittimo», ma si dispiace. Sente, ha spiegato, «un dispiacere anche personale», che aveva «già messo in conto», per l’accoglienza riservata alla sua riforma. La riforma non si discute - E non ha intenzione di cambiarla. Aspetta solo il ritorno di Mario Monti dall’Oriente per licenziare il provvedimento e mandarlo in Parlamento. Pier Luigi Bersani, accusato di aver contributo alla discussione ideologica e grossolana, minaccia: «Tutto può cambiare», ha ripetuto. La Cgil prepara un weekend di proteste. Ma lei, il ministro, ci crede ancora: «Non è una riforma contro i lavoratori. E non l’abbiamo scritta sotto dettatura o per compiacere qualcuno che sta all’estero». di Paolo Emilio Russo