Senato, sì al decreto sicurezza

Albina Perri

Roma - Stop ai processi fino al giugno 2002 per dare priorità a quelli per reati più gravi; tremila soldati nelle città con compiti di vigilanza su obiettivi sensibili; una stretta sulle espulsioni per gli immigrati clandestini e aggravante della clandestinità, ma anche più poteri a sindaci e prefetti in materia di sicurezza e ordine pubblico. Queste alcune delle misure più rilevanti contenute nel decreto legge approvato oggi dall'assemblea di palazzo Madama  con 166 voti favorevoli, 123 contrari  (appartenenti all’ Udc, 'Idv e Pd ) ed un astenuto. Ora, dopo il via libera del Senato, il decreto sicurezza passerà al vaglio di Montecitorio. I senatori, con la votazione di oggi, hanno dato l’ok anche alla contestatissima norma “salva premier”, ovvero quell' emendamento che prevede il blocco dei processi per i reati che non creano allarme sociale commessi fino al giugno 2002, tra cui quello Mills in cui è imputato il premier Silvio Berlusconi, per dare priorità a quelli per fatti gravi e in violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro. Esulta per l’approvazione del decreto il capogruppo del Pdl Maurizio Gasparri: "Votiamo con orgoglio un provvedimento che dà più sicurezza gli italiani e più trasparenza alla giustizia". Furente, invece, Antonio Di Pietro  e il suo partito, l’Italia dei Valori, i cui senatori parlano di un ritorno della P2, alzando cartelli con su scritto " È tornato il caimano", con chiaro riferimento al premier Berlusconi.