Laurenti sconfigge Equitalia: ci tocca pagargli 152mila euro
Una risata di naso ha seppellito il Fisco. Luca Laurenti non è un evasore, e proprio il Fisco che lo aveva messo nel mirino dovrà risarcirgli la bellezza di 152.115 euro di Irap, con tante scuse per l’errore. Pare di sentirle più fragorose che mai le risa nasali del maestro romano. Un marchio di fabbrica quasi come la voce che davanti al piano diventa miracolosamente di velluto. Ieri mattina la metà artistica di Paolo Bonolis (sul palco degli show e della pubblicità) ha ricevuto la notizia che aspettava dal 2007, anno in cui - assieme alla moglie Raffaella Ferrari - ha iniziato una battaglia a suon di carte e avvocati contro Equitalia. Il braccio “armato” dell’Agenzia delle Entrate guidata dal terrore degli evasori Attilio Befera, aveva puntato il faro sul multiforme talento romano colpevole - a suo dire - di non aver pagato 2 milioni di euro di imposte Irap sulle sue proprietà milanesi dal 2000 al 2005. Ieri il Sole 24 Ore ha riportato la sentenza 270 del novembre scorso con la quale la commissione tributaria regionale di Milano, presieduta dal giudice Ersilio Sechi, ha accolto il ricorso di Laurenti, riconoscendo che svolgeva «l’attività di artista di spettacolo senza l’ausilio di alcuna struttura organizzativa» e che per questo non doveva pagare l’imposta per gli anni 2000-2004. Accolta in pieno la linea difensiva dell’artista già presentata dai suoi legali davanti ai giudici del primo grado, ovvero che l’imposta regionale per le attività produttive prevista per i liberi professionisti non riguarda il mestiere del comico perché non dispone di un’organizzazione professionale simili a quelle degli avvocati o degli architetti. Le società di capitali a cui Laurenti, «che per cantare e recitare si avvale solo delle sue doti artistiche», si era rivolto al fine di «stipulare contratti teatrali e per investire gli ingenti guadagni in operazioni immobiliari e finanziarie» non sono «assimilabili a collaboratori non occasionali». Così ora l’Agenzia dovrà risarcire Laurenti e - cosa più importante - riconsegnargli le chiavi dei sei appartamenti distribuiti in corso Buenos Aires a Milano pignorati in via preventiva secondo la consueta prassi per cui - a procedimento ancora in corso - lo Stato può sequestrare beni immobili per tutelarsi ed eventualmente metterli all’asta. di Edoardo Cavadini