Facci: Di Pietro da neurodeliri tra cuore alcol e Mani pulite

Giulio Bucchi

L’intervista di Antonio Di Pietro a Barbara Romano, pubblicata su Libero di domenica, non può esentare da scarne considerazioni. Di Pietro dice: «Non è che, siccome mi hanno operato, non posso ubriacarmi». È la prima notizia: continuerà a far politica esattamente come prima. Poi dice: «Mi hanno chiamato persone che avevo mandato in galera, ma anche avversari politici». Quindi c’è differenza: è la seconda notizia. Poi dice: «Mi ha colpito molto che i medici, appena mi sono svegliato, mi abbiano subito fatto rimettere in piedi». Dottor Di Pietro, senza offesa: è che c’erano pochi letti. Poi dice: «Macché paradiso, io al massimo posso aspirare al purgatorio». Sicuro che non ci sia una terza possibilità? Perché poi dice: «Non ho mai odiato nessuno... Noi dell’Idv non abbiamo mai partecipato a spartizioni di poltrone». Andrà all’inferno. Peraltro l’intervistatrice a un certo punto gli chiede: c’è qualcosa che non rifarebbe? E lui: «Forse. Ma siccome non vivrò una seconda volta non posso cambiare niente, quindi rifarei tutto». Poi gli chiede se non gli pesino sulla coscienza i suicidi di Tangentopoli. E lui: «Bisognerebbe eliminare l’attività giudiziaria». Considerazione finale dell’intervistatrice: «Insomma, non ha rimorsi». È la stessa frase che Ian Holm, attore britannico, dice del protagonista di un noto film del 1979: Alien. di Filippo Facci