Calcio, rugby e volley: lo sport

Silvia Tironi

Lorenzo Sebastiani, Giuseppe Chiavaroli e Lorenzo Cini: tre nomi che arrivano dall’Abruzzo piegato dal terremoto di lunedì notte, probabilmente sconosciuti ai più, ma non in quella parte d’Italia. Erano tre sportivi che sono rimasti sotto le macerie delle loro abitazioni. Chiavaroli e Cini sono stati trovati, mentre manca all’appello ancora Lorenzo Sebastiani, pilone dell’Aquila Rugby. Risulta disperso da lunedì e sono poche le speranze di estrarlo vivo da ciò che rimane della sua abitazione. La promessa della palla ovale - Era una giovane promessa del rugby locale, che può vantare una lunga e vincente tradizione. Il responsabile tecnico dell’Aquila, Massimo Mascioletti, aveva racconta che non nessuna era nemmeno certo se la sua abitazione fosse crollata o meno. “Stiamo vivendo delle brutte ore”, erano state la parole del tecnico che lo aveva schierato titolare più volte nel campionato di A2. A Lorenzo sono titolati diversi gruppi su Facebook ed il messaggio è sempre lo stesso: un rugbista non muore, al massimo passa la palla. Il giocatore e la sua fidanzata - Giocava invece a calcio, nel Loreto Apritino (categoria Eccellenza), Giuseppe Chiavaroli, cresciuto nelle giovanili della Fiorentina. La società toscana ha espresso le condoglianze alla famiglia del centrocampista, la cui fine è stata davvero terribile. Residente nel paese che sorge nell’entroterra pescarese, Giuseppe è stato sorpreso dal terremoto nel sonno, mentre si trovava in compagnia della fidanzata Francesca. I due erano stati tratti in salvo dalle macerie, ma in gravissime condizioni e non ce l’hanno fatta. Il funerale del 24enne, morto dopo l’intervento chirurgico a Teramo, è stato celebrato oggi pomeriggio, nella chiesa di Santa Maria in Piano di Loreto Apritino. Il pallavolista bravo all'università - Una fine simile a quella di Lorenzo Cini, 23 anni, di Montorio al Vomano (Teramo). Lorenzo, che ricopriva il ruolo di palleggiatore nella squadra del suo paese, che milita in Serie B, divideva con la fidanzata la casa all’Aquila, dove frequentava l’università: oltre ad un bravo giocatore, era anche un ottimo studente.