Fornero è uno schiacciasassi "Lavoro, testo presto in aula"
Fornero è una schiacciasassi. Il ministro del Werlfare, che lo scorso anni, presentando la manovra di dicembre scoppiò in lacrime, non si lascia più commuovere. Ascolta tutti ma va avanti diritta per la sua strada. Ospite di Che tempo che fa ha precisato che anche senza un accordo con le parti sociali "il governo presenterà lo stesso al Parlamento la riforma del lavoro. Sono positiva sul lavoro che stiamo facendo -ha continuato il ministro- le piccole imprese si lamentano, Confindustria si lamenta, il sindacato variamente si lamenta. Questo dimostra che stiamo lavorando nell’interesse del Paese". Le motivazioni Fornero ha sottolineato poi che sulla riforma allo studio del governo "c'è un carico eccessivo di aspettative". Quanto alla possibilità di raggiungere un accordo con le parti sociali il ministro ha spiegato che "non voglio considerare questo aspetto. Sono impegnata a realizzare un accordo". Ha poi aggiungo: "Dal mercato del lavoro si può uscire, ma chi esce deve essere assistito con un reddito monetario". Bisogna però "aiutare chi gode dell’indennità di disoccupazione a cercare un altro lavoro". Per il ministro in ogni caso "la flessibilità deve costare un pò di più" per le imprese- "Se poi un’impresa stabilizza una persona - ha concluso - noi le restituriemo una parte di quanto ci aveva dato".§ Caterpillar - Insomma, Elsa lo dice chiaramente che non si può trattare all'infinito sulla riforma. Per questo la riforma deve essere pronta "la settimana prossima. E questo su cui io sto lavorando". Quanto alla centralità nelle discussioni con le parti sociali dell’articolo 18, Fornero ha spiegato che "ho sempre detto che io non sono il ministro dell’articolo 18. Non ho nessun interesse a fare la riforma solo sull'articolo 18". La riforma del mercato del lavoro, ha sottolineato il ministro, deve essere in particolare indirizzata ai giovani che in Italia "vivono un grave problema di occupazione". Fornero ha detto che "sui giovani si è scaricata la flessibilità cattiva, vogliamo rendere più dinamico il mercato del lavoro. Questo vuol dire avere più facilità in accesso e in uscita". In ogni caso, ha aggiunto, l’articolo 18 "non vuol dire libertà di licenziare, ma passare da una filosofia per cui si vuole tenere attaccato il lavoratore a un certo posto di lavoro, anche se questo posto non è più produttivo, a una filosofia in cui noi aiutiamo a entrare il lavoratore in un nuovo posto di lavoro". Questo significa "per i giovani più facilità di ingresso ma anche una maggiore stabilizzazione"