Adesso l'allenatore pedofilo chiede la castrazione chimica

Nicoletta Orlandi Posti

Adescava giovani ragazze sul web, avvalendosi di falsi profili creati su diversi social network e presentandosi come un ragazzo 15enne, con nickname di comodo. Arrestato dai carabinieri di Trezzano sul Naviglio con l'accusa di induzione a esibizioni pornografiche di minorenni, violenza sessuale, corruzione di minorenni, il 49enne, italiano, è crollato. Non solo ha ammesso tutto, ma ha anche chiesto di essere curato. "Sono disposto anche a sottopormi a castrazione chimica", ha detto nel corso dell'interrogatorio davanti al gip di Milano. L'uomo, allenatore di pallavolo femminile nell'hinterland milanese, era stato già condannato due volte per episodi simili di pedofilia. Poi ha spiegato di essere in cura da un professore e psicologo che lavora presso il carcere di Bollate (Milano) e quindi ha chiesto di essere trasferito in questo penitenziario da San Vittore dove è attualmente detenuto, poichè ha detto di essere "malato". Ha precisato comunque di aver "sempre rifiutato incontri di persona" con le ragazze conosciute tramite i social network, ma "purtroppo - ha aggiunto a verbale - nel virtuale scatta in me un meccanismo di eccitazione". Ovviamente la richiesta di castrazione chimica non potrà in alcun modo essere presa in considerazione dal gip, il quale però dovrà decidere se trasferire o meno a Bollate. La federvolley (Fipav), dopo la notizia dell’arresto ha voluto precisare che "la persona in questione non è tesserata per la federazione"."Tutto il mondo del volley nazionale -si legge in una nota della  Fipav- ci tiene a sottolineare la sua ferma e assoluta condanna dei fatti imputati e, al contempo, manifesta la sua vicinanza ai minori coinvolti e alle loro famiglie".