Il prete di Como confessa: "Sono stato con la 13enne"

Giulio Bucchi

Don Marco Mangiacasale ha ammesso tutto e resta in carcere. Lo ha fatto sapere il suo legale, Renato Papa ieri dopo che per oltre due ore il prete, arrestato per violenza sessuale reiterata e aggravata su una minorenne, ha risposto all’interrogatorio del giudice Maria Luisa Lo Gatto. Don Marco è stato arrestato mercoledì scorso. L suo avvocato ha chiesto la scarcerazione e gli arresti domiciliari in una struttura idonea al recupero personale: «Il suo comportamento è stato ampiamente ammissivo degli addebiti che gli sono stati formulati - ha spiegato li legale difensore - ma si è comportato con grandissima dignità, sia pur nel momento di drammatica sofferenza che sta vivendo, è stato ampiamente collaborativo. Altre cose non posso riferirle per non intervenire nel meccanismo delle indagini e non creare problemi a persone in qualche misura interessate a questa vicenda». Le parole del legale di don Mangiacasale sembrano lasciare intendere che possano esserci altre persone, coinvolte nella vicenda. Non è dato, però, sapere se sia effettivamente così e chi e in quale misura possano essere queste «persone interessate a questa vicenda». Nel corso dell’interrogatorio, come detto, l’ex economo della diocesi ha ammesso tutti gli addebiti formulati dal pubblico ministero, ma anche espresso il suo dolore e le sue scuse a tutte le persone che stanno soffrendo a causa sua, a partire dalla ragazza e dalla sua famiglia. Anche in virtù del reale e sentito rammarico dimostrato dal prete e del suo comportamento «pienamente collaborativo» l’avvocato ha chiesto al giudice che venga trasferito dal carcere agli arresti domiciliari, possibilmente una struttura di tipo ecclesiastico: «Abbiamo fatto richiesta di concedere un affievolimento della situazione carceraria. Confidiamo che questa richiesta venga accolta, speriamo entro un paio di giorni. Abbiamo proposto una serie di possibilità di strutture adeguate al caso, in cui confidiamo che don Mangiacasale possa procedere in un percorso sofferto ma di grande consapevolezza della necessità di fare un approfondimento interiore rispetto a questa vicenda che si è trovato a vivere». Il prete  secondo l’accusa avrebbe avuto una relazione prolungata con una minorenne, iniziata quando la giovane aveva solo 13 anni e durata oltre tre anni, fino allo scorso febbraio, quando la ragazzina ha confidato tutto a don Roberto Pandolfi, il prete della parrocchia di San Giuliano che un paio di anni fa aveva sostituito don Mangiacasale quando era stato chiamato a ricoprire il ruolo di economo della diocesi. di Dario Alemanno