Tutti i no di Confindustria e sindacati a Fornero
Non è più solo l'articolo 18 a mettere a rischio la riforma del lavoro. La questione sul tavolo di governo e parti sociali ora è quella degli ammortizzatori sociali. "Il modello proposto non convince, una accelerazione sbagliata", ha commentato il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia. Il problema è l'entrata in vigore degli ammortizzatori che il governo vorrebbe anticipare al 2015 invece che al 2017. E ai sindacati, da Cgil a Cisl e Uil, non piace l'entità di questi nuovi ammortizzatori, che invece di aumentare si ridurrebbero. "Nel breve periodo - attacca il segretario Cgil Susanna Camusso - si traduce in una riduzione della copertura e in nessun vantaggio sulla prestazione ecomomica". E restano i dubbi anche sulla cassa integrazione straordinaria che, spiega il ministro del Welfare Elsa Fornero, "rimane ma non viene più concessa nel caso di cessazione dell'azienda". L'accelerazione del governo (si chiude entro il 23 marzo) è un po' la testimonianza di quanto Monti voglia mettere pressione sulle parti sociali, convinto che con il tic tac incombente del suo ultimatum tutti trovino la forza e la volontà di fare qualche rinuncia. Ma ci sono anche questioni di calendario: Chiudere entro mercoledì 21 marzo significherebbe anticipare la designazione del nuovo presidente di Confindustria (dopo la quale la Marcegaglia entrerebbe in fase di interregno fino al 24 maggio), mentre da sabato 24 marzo Monti sarà per una settimana in missione in Asia, tra Corea del Sud, Giappone e Cina. Mettere in stand by la riforma del lavoro fino ad aprile non sarebbe una mossa conveniente, per nessuno. Per questo oggi si riparte con le trattative bilaterali, con governo e singoli rappresentanti delle associazioni.