Lavoro: contratti apprendistato e 1.100 euro ai disoccupati
Elsa Fornero prova a convincere sindacati e Confindustria sulla riforma del lavoro in quattro mosse: assicurazione sociale con assegni mensili per i disoccupati, contratto di apprendistato, nuovi ammortizzatori a partire dal 2015 e maggiore flessibilità in uscita, da leggere come eliminazione dell'articolo 18. Un complicato gioco di pesi e contrappesi, un do ut des che per ora ha scontentato tutti, chi più chi meno. E il fatto che ministro del Welfare e premier Mario Monti abbiano già annunciato la volontà di chiudere la partita al massimo entro il 23 marzo non facilita le trattative, in apparenza. Ma potrebbe essere l'asso per mettere tutti con le spalle al muro. Pochi slogan, bisogna firmare. Assicurazione sociale - Ieri l'incontro tra governo e parti sociali al Ministero del Welfare è stato lungo e articolato. Come detto, in agenda sono finiti quattro punti. Innanzitutto, i bonus disoccupazione. assicuazione sociale che sostuirà le altre indennità. Gli assegni da 1.119 euro partiranno dal 2015 e dureranno 12 mesi (18 per chi ha più di 58 anni), con un importo a scalare del 15% dopo i primi 6 mesi e di un altro 15% negli ultimi sei. Chi li pagherà? Le aziende, con un'aliquota dell'1,3% che sale al 2,7% per i contratti precari. Ed è questo uno dei punti che meno va a genio a Confindustria. Contratto d'apprendistato - Il contratto prevalente per i giovani diventerà quello di apprendistato, che sostituirà quasi tutte le altre formule. Durante l'apprendistato il lavoratore dovrà ricevere una formazione certificata e potrà essere licenziato solo con giusta causa. Sarebbero 542mila i giovani tra i 15 e i 29 anni interessati da questa novità. Ammortizzatori sociali - Per riformare gli ammortizzatori sociali alla Fornero servono ancora 2 miliardi di euro. Oltre all'assicurazione sociale con assegno di disoccupazione, il governo prevede la conferma della cassa integrazione pagata direttamente da aziende e lavoratori oltre a quella straordinaria, sui cui il ministro ha fatto dietrofront. La cassa integrazione straordinaria sarà però limitata alle aziende che hanno avviato una ristrutturazione. Articolo 18 - Il capitolo più delicato è quello, come sempre, della flessibilità in uscita. All'eliminazione dell'articolo 18 si oppongono con fermezza Cgil e Susanna Camusso ma la strada pare segnata. Governo e Confindustria sono d'accordo: il diritto al reintegro nel posto di lavoro deve essere limitato solo ai casi di licenziamenti discriminatori, negli altri casi sì a un indennizzo economico in proporzione all'anzianità di servizio (ipotesi "tedesca": tetto di 18 mesi) deciso da un giudice o da un arbitro scelto dalle parti.