Ministro Terzi indiano sui marò Non dovevano navigare in India
Ieri, domenica 11 marzo, il ministro Terzi, ha informato via twitter che "la nave italiana non doveva entrare in acque indiane". "Le polemiche sulle responsabilità le lascio ad altri, io lavoro per riportarli a casa" ha aggiunto rispondendo a un editoriale di Angelo Panebianco sul Corriere di domenica 11 marzo che aveva criticato la linea attendista e morbida del governo sul caso dei due fucilieri italiani arrestati in India con l'accusa di omicidio ma anche sull'uccisione dell'ingegnere Franco Lamolinara. Nell’ editoriale Panebianco sottolineava gli errori commessi dal ministro, prima di dutto quello di non aver chiarito "subito al comandante della nave (e forse anche all’armatore) che le conseguenze per loro sarebbero state assai pesanti se la nave fosse entrata nelle acque territoriali dell’India, mettendo i nostri soldati alla mercè delle autorità locali". La lettera al Corriere - Dopo l'esternazione affidata alla Rete il ministro ha preso carta e penna e ha scritto al Corriere per sottolineare che la Farnesina "segue costantemente, ogni giorno, tutti i casi di sequestro e pericolo per gli italiani che operano in regioni ad alta criticità sul piano della sicurezza. L'impegno quotidiano è fortissimo il clamore controproducente e questo aggrava il pericolo. Anche per questo ci hanno preoccupato le notizie sulla falsa liberazione di Rossella Urru. Interviene sulla questione dei due marò: "Appena ho avuto notizia di quanto avvenuto in acque internazionali a Sud dell'India ho dato pare negativo all'avvicinamento della nave nave in territorio indiano nonostante tale deciasione non fosse di competenza del ministro deghli Esteri e ho continuato a oppormi formalmente al trasferimento dei nostri marò a terra, cosa che è avvenuta solo a seguito di un'azione coercitiva della polizia indiana": Il ministro Terzi, quindi, difende il suo operato, spiego che con Londra chiariremo tutti i dubbi. Fa sapere che il ministro Hague sarà a Roma nei prossimi giorni.