Ritocchi estetici, la sorpresa: le donne si rifanno punto G
La festa delle donne vuol dire anche ricordare i diritti del sesso femminile e tra questi anche quello del piacere, negato per secoli e faticosamente riconquistato. Ad oggi anche a colpi di chirurgia estetica. In forte ascesa, anche in Italia, come testimoniato dai luminari del settore, ci sono le operazioni da Punto G, che stanno attraversando un vero boom documentato dal quotidiano tedesco Abendzeitung. "La tendenza è ormai affermata, tanto che i recenti dati dall'Harley Medical Group del Regno Unito mostrano come, su oltre 5mila richieste di interventi chirurgici estetici ginecologici, il 65% arrivino dalle donne per la riduzione labiale e per un 'rimodellamento'", ha detto il dottor Marco Viganò, autore di numerose pubblicazioni scientifiche e nome di punta della società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva (Sicpre). Secondo l'esperienza di Viganò, su 100 donne circa il 60% riferisce di avere problemi di stimolazione e di individuazione del Punto G, "ma noi operiamo una ricompensazione, una riutilizzazione della struttura femminile utilizzando del grasso: la lipostruttura. Si può aumentare, migliorare l'aspetto e la struttura, ma non significa per forza intervenire sulla parte sensitiva". La fascia di età delle donne che si rivolgono al dottor Viganò è ampia. "Si va dai 20 anni ai 55/70 anni, da una paziente che ha vissuto dei drammi sessuali a una donna con traumi da parto che vuole mettere in sesto il suo apparato genitale". In Italia la caccia al restyling del Punto G è superiore al Nord dove le richieste sono in crescita esponenziale. Soprattutto nelle zone del Nord Est dove, in Veneto, il 24% ha ammesso di aver fatto richiesta di un intervento estetico genitale. In Lombardia, a Milano e provincia, il 36% ha dichiarato di aver chiesto in 'regalo' al proprio compagno un intervento estetico genitale per San Valentino o per la Festa della Donna. Nel Centro Italia il 55% ha affermato di prendere seriamente in considerazione un intervento migliorativo dei propri genitali. Più pudiche, o forse soltanto più tradizionaliste, le donne del Sud: un risicato 8% di loro ha detto di aver effettuato un intervento genitale, un timido 19% conferma che vi si sottoporrebbe senza problemi, mentre solo il 5% condividerebbe con il proprio marito il desiderio di un intervento migliorativo. Insomma, alla loro festa le donne ci pensano da sé.