Facci e il Brunetta fregato: così la Gabanelli l'ha gabbato
Il giornalista Bernardo Iovene (Report) ha telefonato a Renato Brunetta e, solo dopo i sospetti di quest’ultimo, ha confessato che la telefonata era registrata. Brunetta s’è incazzato («È lecito che un giornalista del servizio pubblico chiami al cellulare un parlamentare e registri la telefonata senza avvertirlo?») e Iovene ha fatto il paraculo: «Ma io gliel’avrei detto... se mi lascia il tempo». Morale: hanno messo la telefonata online, come a dire: ci siamo comportati bene, controllate. Ma non è vero, e la pubblicazione è un autogol. Primo: non ci crede nessuno che Iovene gliel’avrebbe detto, e Report ha già trasmesso telefonate integrali in cui nessuno avvertiva di niente. Secondo: Milena Gabanelli ha scritto che «il giornalista della carta stampata riporta per iscritto, quello della tv trasmette la registrazione: l’interlocutore è libero di rispondere o no». Ma non è proprio così: se un giornalista della carta stampata incontra un tizio, quest’ultimo non penserà immediatamente che l’intero incontro (da «buongiorno» in poi) possa finire nero su bianco. In genere si avverte. Brunetta non ha risposto, ma l’hanno pubblicato lo stesso, e la ragione per cui era stato contattato (le pensioni) è passata in secondo piano: anche perché hanno appreso che le informazioni che cercavano «sono tutte sul sito della Camera». Evidentemente non cercavano quelle: cercavano il casino. Hanno trovato Brunetta. di Filippo Facci