Zazzaroni: Un Milan da paura Così non andranno lontano
Confesso che sul 3 a 0 ho fatto un pensiero sconcio, tipo Galliani che all’intervallo si presenta ovviamente stravolto nei lussuosi spogliatoi dell’Emirates per farsi i suoi ragazzi, uno dopo l’altro, da Allegri a Zlatan, proprio come una decina di giorni tentò di prendersi maldestramente Conte, che si ribellò - una Istanbul all’incontrario non m’è proprio venuta in mente. Il cattivo pensiero è durato un attimo, fortunatamente. La prima delle tre italiane è in qualche modo passata. Ma le complicazioni, un eufemismo, non sono mancate. Wenger il visionario, mazzolato all’andata, aveva provato a far credere alla squadra che si sarebbe potuto compiere il miracolo, ovvero la più stupefacente delle remuntade, e i gol in apertura di Koscielny (dormita di Van Bommel) e Rosicky (altro errore difensivo, un disimpegno sbagliato da Thiago Silva) stavano peraltro legittimando l’ottimismo del tecnico francese (l’incredibile “We believe”): ma Europa-1 non è la Premier e segnare quattro gol più uno, senza subirne alcuno, ai campioni d’Italia è ancora roba da playstation. Stranamente stordito e allungato il Milan, che presentava inizialmente Emanuelson, Robinho e El Shaarawy a sostegno di Ibrahimovic e almeno nelle intenzioni pronti a sfruttarne gli inviti, ha impiegato un’ora prima di entrare in partita. Anche perché Mesbah ha sofferto da morire Walcott, mentre Silva e Mexès (imbarazzante) hanno faticato a prendere le misure a Van Persie, Chamberlain e Rosicky. Inoltre, Van Bommel, cresciuto alla distanza, Nocerino e Ibra hanno giocato al gioco dei difetti giustificando l’agitazione di Allegri. Al Milan è quasi sempre mancato il controllo della gara. E quando Van Persie ha messo dentro il 3-0 (rigore) la serata ha assunto i contorni del pre-incubo. Soltanto pochi minuti più tardi il Milan è riuscito a mettere insieme qualcosa di accettabile in avanti, una conclusione imprecisa dell’acerbo (al momento di chiudere) El Shaarawy. La ripresa, che Allegri ha a lungo affrontato con la stessa formazione del primo tempo, ha avuto un andamento inevitabilmente diverso. Ma dopo tredici minuti l’Arsenal ha sprecato l’opportunità dell’aggancio: tanto Gervinho quanto Van Persie si sono arresi alla bravura di Abbiati. Alla crescita del Milan ha corrisposto un rallentamento degli inglesi, e mi è venuto naturale pensare a quello che stavano buttando via Ibra e compagni. L’ingresso di Aquilani al posto di El Shaarawy - la mossa ha comportato lo spostamento di Nocerino - ha aggiunto densità all’azione del Milan che ha tuttavia continuato a ballare dietro. Proprio Nocerino ha avuto la possibilità di rimettere a posto le cose. Ma il suo ultimo tocco non è risultato efficace. Il successo salva-campionato di Udine col gol decisivo di Maxi-Lopez, l’irruzione di El Shaarawy, le sviste di Romagnoli-Tagliavento e il ritorno dalla squalifica di Ibra sono i passaggi che hanno consentito al Milan - nei quarti di Champions dopo cinque anni di uscite, disturbi, dispersioni e rimpianti - di recuperare punti, fiducia, condizione e gli obiettivi più alti. Il delirio di Londra potrà avere la potenza distruttiva del colpo di spugna improvviso? di Ivan Zazzaroni