Formigoni, così a don Verzè; "Tutti i favori che ti ho fatto"
"Caro Roberto...". "Carissimo don Verzè". Iniziano così le due lettere della corrispondenza riservata tra il fondatore dell'ospedale milanese San Raffaele e il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni. Le si può leggere nel libro "I segreti di don Verzè" di Mario Gerevini e Simona Ravizza, in edicola da domani con Il Corriere della Sera. I due giornalisti rendono conto delle telefonate e delle lettere del sacerdote scomparso nello scorso mese di dicembre, che era stato sottoposto a sorveglianza dalla procura di Milano nell'ambito di un'indagine sulla Maga Ester Barbaglia per presunto riciclaggio di denaro del clan calabrese dei Morabito. La Barbaglia aveva creato una fondazione con un patrimonio di 28 milioni di euro destinato alla Fondazione Monte Tabor di don Verzè. Da lì le interecettazioni a don verze, nellle quali emergono i legami del fondatore dell'ospedale con il banchiere Cesare Geronzi e l'allora capo del Sismi Niccolò Pollari. I "favori" della Regione - Nelle carte sono finite però anche due lettere, scritte entrambe a stretto giro nel 2001. Nella prima don Verzès crive al governatore lombardo Roberto Formigoni /"Caro Roberto...") per comunicargli che "anche quest'anno chiudiamo con un passivo di 35 miliardi (di lire, ndr) .... Non costringermi a provvedimenti traumatici le cui conseguenze lascio alla tua immaginazione" minaccia il prete. Roberto Formigoni, però, non si lascia intimorire e nella sua replica definisce "ingeneroso" il giudizio espresso da don Verzè nei suoi confronti. E passa a elencare tutti i "favori" della regione all'ospedale: dall'accreditamento non regolare di posti letto con il servizio sanitario ai rimborsi discutibili, fino a norme e regolamenti confezionati "sartorialmente" per far guadagnare di più il San Raffaele. Per esempio: "Nella fase di accreditamento di Villa Turro si è consentita la trasformazione di posti letto di pasichiatria in riabilitazione ... per ottimizzare la fatturazione delle prestazioni rese ... la tariffa è più reminerativa". Emergenza nota - Il punto è questo: già nel 2001 il San Raffaele sguazzava già nei debiti, battendo casa a destra e a manca. E la sua situazione era nota ai vertici della Regione Lombardia. Ma nessuno ha dato l'allarme per tempo, lasciando che il buco si trasformasse nella voragine di dieci anni più tardi. Formigoni, da parte sua, ha definito i presunti favori della Regione a don Verzè "una bolla di sapone. Tutto è sempre stato regolare da parte di Regione Lombardia e gli atti della Regione, che sono sempre stati pubblici, lo confermano. Certamente noi abbiamo avuto un occhio di riguardo in tutti questi anni per le eccellenze della Lombardia, le abbiamo aiutate a crescere ma sempre soltanto attraverso la legge". Il testo della lettera - In serata, il governatore Formigoni ha diffuso il testo della lettera scritta dieci anni fa a Verzè: "Carissimo don Luigi, ritengo che il tuo giudizio nei confronti della struttura regionale, per come emerge dalla tua ultima, sia un pò ingeneroso. Lo dico alla luce di una volontà positiva di addivenire alla soluzione di molti problemi che attanagliano il San Raffaele come altre strutture lombarde, e alla luce dei fatti che questa volontà ha già prodotto. Dalla definizione della retta per l'anno 1994 fino alla transazione per il quinquennio 1995-1999 - prosegue la lettera - è stato un susseguirsi di tentativi di trovare soluzioni a problemi, ovviamente nel rispetto delle leggi. Non sono poche le soluzioni che sono state trovate, e molte altre se ne troveranno: siamo decisamente impegnati in questa direzione. Ti allego breve sintesi, fornitami dalla struttura, relativa alle soluzioni trovate in questi anni, e ti saluto con molta cordialità. tuo Roberto Formigoni". Restiamo in attesa della sintesi allegata e fin qui non eprvenuta.