In India l'eroismo dei marò: "Ci comportiamo da italiani"
Le parole del ministro degli Esteri Giulio Terzi sono pesanti: "I pescatori indiani e i due militari italiani sono vittime dello stesso nemico: la pirateria". Il responsabile estero della Farnesina ne è convinto e spera che la perizia balistica, rinviata a domani, possa confermare la sua certezza e scagionare così Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due marò in stato di fermo a Kochi con l'accusa di aver ucciso due pescatori indiani. Restano comunque i problemi legali. Mentre l'alta corte del Kerala ha disposto il rinvio a giovedì dell'udienza, è lo stesso ministro Terzi ad ammattere dopo l'incontro con il collega indiano l'omologo S.M.Krishna che "tra Italia ed India c'è una differenza di opinioni sulla giurisdizione del caso, che non è stata risolta". In parole povere: l'Italia vuol risolvere il caso appellandosi al diritto internazionale, Nuova Delhi vuol far ricorso alle leggi indiane. La speranza è che le relazioni tra i due paesi, definite da Terzi "eccellenti", siano una delle chiavi per risolvere la crisi diplomatica. "Siamo italiani" - Ma i marò italiani, da giorni in stato di fermo nella guest house della polizia di Kochi, non perdono né l'ottimismo né l'orgoglio. Lo ha riferito Terzi dopo l'incontro con Latorre e Girone, durante il quale i due marò avrebbero spiegato: "Siamo italiani e ci compotiamo come tali". Terzi, nel suo incontro lampo, ha trascorso poco più di dieci minuti con i militari: il ministro si trovava in Asia per promuovere la cooperazione strategica ed economica con alcuni Paesi dell'area. Il titolare della Farnesina ha riferito di essere rimasto "profondamente colpito dalla qualità dei nostri uomini in arme, uomini che lavorano per la tutela e la sicurezza del nostro Paese e della comunità internazionale". Terzi ha riferito di averli trovati in "ottimo spirito, con grande coraggio e con ottimismo che questa situazione sia risolta rapidamente". La prova balistica - L'altra chiave, come detto, è la prova balistica. Che, secondo l'inviato del Corriere della Sera Giuseppe Sarcina potrebbe riservare sorprese positive per i due fucilieri italiani. La piccola imbarcazione dei pescatori indiani, la St. Antony, presenta fori da raffiche di mitragliatrice. Se i colpi fossero stati sparati dai circa 40 metri d'altezza della Enrica Lexie, la petroliera difesa da Latorre e Girone, come potrebbero aver colpito il tettuccio di poppa nella parte interna lasciando integra la copertura, come risulta dalle analisi del peschereccio? Stesso dubbio per i colpi esplosi verso la cabina che hanno colpito un pescatore al timone alla tempia, uccidendolo: l'impressione è che la traiettoria sia orizzontale e non dall'alto verso il basso. Questione calibro: l'esercito italiano e il Reggimento San Marco (di cui fanno parte i due marò) usano pallottole di 5, 6 millimetri, mentre i fori ritrovati sul peschereccio sarebbero compatibili con pallottole più vicine a 8 millimetri.