Prandelli, doppio codice etico Vale per Balotelli, per Gigi no

Giulio Bucchi

Gigi Buffon non è un cattivo ragazzo, uno fumantino in stile Osvaldo o Balotelli. E per questo il ct Cesare Prandelli non ha avuto dubbi a convocarlo a differenza degli altri due, espulsi nei rispettivi campionati per qualche colpo di testa. Di più, Gigi Buffon è campione del mondo 2006, una bandiera di Juve e Nazionale, un fenomeno. Anzi, un simbolo del nostro calcio e per questo si terrà la fascia di capitano. Poco importa che ci sia lui al centro della bufera. E' bastata una sua parata prima (su Muntari in Milan-Juve, con la palla di almeno 30 centimetri oltre la riga) e una sua frase poi ("Non mi sono accorto se fosse gol, ma anche in quel caso non avrei detto niente all'arbitro) per scatenare il delirio, più dell'errore dell'arbitro Tagliavento. Risultato contro etica - E così l'Italia si divide ancora tra chi sta con Buffon e il suo motto "vincere, ad ogni costo" e chi tifa per i "valori della sportività". L'eterno dilemma di Machiavelli e dell'italiano medio. Il portierone non cede di un centimetro e attaccato dal presidente degli arbitri Nicchi che si dice "deluso" replica: "Non sono ipocrita e ridirei quello che ho detto. Io sono più leale di tanti retorici". Intanto incassa l'appoggio insospettabile, visti i veleni della sfida scudetto, del milanista Thiago Silva ("Avrei fatto come lui", ha detto il difensore brasiliano), mentre il duro e purzo Zdenek Zeman incalza: "Serve onestà". Resta la fascia - Appellandosi all'etica, qualcuno ha chiesto a Prandelli di non convocarlo per l'amichevole con gli Stati Uniti, o almeno di togliergli la fascia di capitano. Ma il ct sta con Gigi: "Non ci ho mai pensato, è il nostro capitano". Non si tocca, anche se stenta ad ammettere che quello di Muntari era gol. "A mente fredda lo farà". E così, mentre il testacalda Balotelli rischia un sacrificio esemplare ("Mario è titolare, ma non posso pensare di convocare chi ci espone al rischio di giocare in 10") Buffon resta il pilastro, come nel 2006 quando prima del Mondiale e appena scoppiata Calciopoli mezza Italia chiese a Marcello Lippi di lasciare a casa gli juventini, Cannavaro e Gigi in testa. Poi venne la sera di Berlino, la Coppa vinta dagli azzurri e tutto finì sepolto dalla baldoria.