Scritte "sbirri morti" in centro Pisapia le lascia sui muri

Matteo Legnani

Sabato 18 febbraio, a Milano, migliaia di No Tav hanno sfilato da Porta Venezia al carcere di San Vittore. Soliti striscioni e slogan e solito imbrattamento dei muri con le bombolette spray. Scritte contro la ferrovia ad alta velocità in Val di Susa e contro infrattrutture viarie lombarde come la Tem e la Brebemi. Ma anche contro lo Stato e le forze di polizia: "più sbirri morti" e "polizia assassina", tanto per citarne due. A nove giorni dal corteo, quelle scritte sono ancora lì, a imbrattare i muri di una delle strade più centrali ed eleganti del capoluogo lombardo. Certo, si tratta di stabili privati, la cui pulizia sarebbe in carico ai proprietari. Ma di fronte a scritte contro lo Stato e le forze dell'ordine, ci si chiede se il Comune non avrebbe già dovuto comunque intervenire per toglierle di mezzo da una delle zone più frequentate (anche dai turisti) della città. Questione di immagine, ma non solo. "Noi le scritte lasciate dai coreti le cancellavamo in due, massimo tre giorni, anche se gli stabili su cui stavano erano privati. Una questione di decoro e di intransigenza verso certi messaggi di violenza" ricorda l'onorevole Pdl Riccardo de Corato, vicesindaco con Albertini e con la Moratti. "Abbiamo speso 25 milioni di euro per ripulire i muri, mentre oggi la lotta ai writer non la fa più nessuno. Tra l'altro, dopo il presidio No Tav di stasera in San Babila, ci aspettiamo un nuovo sciame di scritte in tutta la zona". E il capogruppo della Lega a Palazzo Marino, Matteo Salvini: "E' una vergogna che scritte di quel tipo vengano lasciate sui muri per dieci giorni, chiederemo spiegazioni al sindaco Giuliano Pisapia in Consiglio comunale".