Milan (senza Ibra) e Juventus Sfida scudetto al Meazza

Lucia Esposito

Gli stregoni di Sky si sono inventati la Pato-cam. Cioè: stai davanti alla tv e se ti girano i 90 minuti segui il Papero dal fischio d’inizio fino alla (probabile) sostituzione. E fin qui... Poi c’è anche la Pirlo-cam, che è la stessa roba cucita addosso all’ex rossonero, il tizio che sembra sempre addormentato e, invece, se vuole fa segnare Grosso in una semifinale al Mondiale.Ora, se le tv si danno così tanto da fare evidentemente c’è roba grossa all’orizzonte. Infatti sì, alle 20.45 c’è Milan-Juventus che, come la guardi la guardi, vale un bel tocco dello scudetto 2012. Dopo una settimana di chiacchiericcio (facciamo anche due) la parola passa al campo, quello di San Siro. C’è chi dice che i rossoneri son favoriti perché i campioni son tutti lì e la Juve c’ha solo la grinta di Conte. Sarà, però i bianconeri non hanno mai perso e quest’anno (andata e coppa Italia) hanno già fatto la festa al diavolo per ben due volte. In più Allegri deve abbozzare per la doppia rogna: Ibra non ci sarà per una nota storia di schiaffi o buffetti che dir si voglia, Boateng lo segue per una mera questione legata a un affaticamento muscolare (no, non c’entra Melissa) e lascia il posto a Emanuelson, che non è Savicevic ma neanche uno di passaggio. Il mantra di Antonio Dall’altra parte Conte sa che i suoi possono triplicare l’impresa, ma solo se ripetono all’ossessione il mantra: «Grinta, palle, voglia, coraggio, corsa, corsa e corsa». La formazione è quella “tipo”, con Vucinic (solo tre gol finora) e Matri davanti e la difesa dei soli 14 gol subìti dietro: Lichtsteiner, Bonucci, Barzagli, Chiellini. Poi dai retta alle cantilene degli allenatori e pensi che quei due lì, evidentemente, si sono messi d’accordo: «Questa partita non sarà decisiva, non cambia niente...» e un sacco di altre balle. L’ora del Papero La verità è che sì, il match di questa sera non è decisivo, ma di sicuro indirizza di un bel tocco il tricolore. Max e Antonio lo sanno bene e infatti si passano la palla avvelenata a suon di dichiarazioni sibilline. Parte il tecnico rossonero a proposito della squalifica di Ibra: «Fino a ieri non sapevamo se Zlatan avrebbe giocato: non c’è, non possiamo farci niente. Accettiamo serenamente la decisione e pensiamo alla partita». Replica del bianconero: «Non cambia niente che Ibrahimovic ci sia o non ci sia. Meglio che ognuno guardi in casa propria. È giusto che loro facciano considerazioni come noi le abbiamo fatte in precedenza. Anche se poi tanti sono entrati in casa nostra...». Controreplica coi controfiocchi: «Non parlo di Conte, altrimenti qualcuno dice che guardo in casa d’altri». Ognuno a casa sua, insomma. E allora il giornalista si fa i fatti suoi, ma non può ignorare quello là, Pato, al rientro dopo una vita e mezza e destinato, suo malgrado, ad essere decisivo. Senza Ibra il Paperotto in genere vola, soprattutto quando Robinho è in forma. E Robinho - vedi partita contro l’Arsenal - è assai in forma. Un po’ meno Maxi Lopez, acciaccato e neppure convocato. In panchina Inzaghi e El Shaarawy, che gioca sempre bene ma non ha ancora il diritto dei fenomeni di giocare a prescindere. Mah... Dall’altra parte il bell’Antonio spera che Pirlo e Marchisio siano in uno di quei giorni in cui si assemblano come pezzi del Tetris. Capita spesso quest’anno e si sa, le partite si vincono a centrocampo (che poi cosa vuol dire mica l’abbiamo capito...). di Fabrizio Biasin