Marchionne contro Camusso "L'art.18? C'è solo in Italia"

Andrea Turco

E' un Sergio Marchionne schietto e di ampie vedute quello che emerge dall'intervista fiume concessa al Corriere della Sera. L'amministratore delegato di Fiat-Chrysler spazia molti temi, da quelli riguardanti la sua azienda a quelli più caldi del momento, come crisi economica mondiale e situazione italiana. Marchionne ha le idee chiare ed è ottimista sul futuro. Dà un giudizio positivo al governo tecnico presieduto da Monti e attacca il famigerato Articolo 18 e il segretario della Cgil Susanna Camusso. In mezzo una lunga discettazione sugli stabilimenti della Fiat, l'alleanza con Chrysler e delle decisioni da prendere in futuro. Monti straordinario - Sergio Marchionne giudica positivamente Monti e il suo governo. "Il nuovo governo in pochissimo tempo ha dato al mondo l'idea  di un Paese che sta svoltando. Un successo incredibile. Ero a Washington durante la visita del premier Mario Monti. Ha avuto un'accoglienza straordinaria: Monti è stato un'ora a colloquio con il presidente Obama, ha riscosso grandissima attenzione al Peterson Institute, il think tank più importante". L'amministratore delegato ha anche la sua ricetta per far uscire l'Italia dalla crisi. "Conviene investire man mano che le riforme del governo Monti vanno avanti". Articolo 18 solo in Italia - Marchionne ha le idee chiare sull'articolo 18. "L'articolo 18 ce l'ha solo l'Italia. Meglio assicurare le stesse tutele ai lavoratori in uscita in modi diversi, analoghi a quelli in uso negli altri Paesi. Diversamente, le imprese estere non capiscono e non vengono qui a investire". La soluzione per l'ad è quindi esportare in America ed investire. Camusso e Fiom - L'amministratore delegato di Fiat-Chrysler interviene anche sullo scontro di vedute con i leader di Cgil e Fiom, Camusso e Landini. Con i due Marchionne non è tenero. "Con Epifani si riusciva a ragionare di più. Camusso forse parla troppo della Fiat e di Marchionne sui media e troppo poco con noi". Marchionne di una cosa è sicuro "I  sindacati non sono dei Parlamenti". Per quanto riguarda gli accordi sul contratto dei lavoratori non accettati dalla Fiom, Marchionne è lapidario. "Qualsiasi riforma non potrà prescindere dall'esigibilità degli accordi approvati dalla maggioranza dei lavoratori". Secondo l'ad, il leader della Fiom, Maurizio Landini, "stia facendo una battaglia politica"