Grecia, l'Europa evita il default: via libera a 130 mld di aiuti
Un accordo senza precedenti per scongiurare il default e per preservare la stabilità finanziaria della Grecia e di tutta l’Eurozona. Al termine di una maratona negoziale durata 13 ore, avviata in un clima di ottimismo e proseguita tra difficoltà e trattative sempre più difficili, i ministri delle Finanze dell’eurozona hanno trovato un’intesa per concedere ad Atene il secondo pacchetto di aiuti da 130 miliardi di euro necessario per evitare il suo fallimento. "Abbiamo raggiunto un ampio accordo sul nuovo programma per la Grecia e sul coinvolgimento del settore privato che porterà ad una significativa riduzione del debito ed aprirà la strada ad una somma senza precedenti per nuovo finanziamento ufficiale per assicurare il futuro della Grecia nell’area euro", ha annunciato in una conferenza stampa poco dopo le 5 del mattino del 21 febbraio il presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker. Misure di austerity - In cambio, ha spiegato il commissario europeo agli Affari economici e monetari Olli Rehn, Atene ha accettato il rafforzamento della sorveglianza sull'attuazione delle misure di austerity, così come richiesto da Olanda e Germania. "Il piano di salvataggio della Grecia - ha detto Rehn - si basa su una stretta condizionalità: si prevede di rafforzare la sorveglianza su Atene e di imporre una presenza permanente della missione in loco della Commissione europea" incaricata di verificare l’attuazione delle misure per rimettere in ordine le finanze pubbliche. In base all’accordo raggiunto a Bruxelles, il debito greco sarà ridotto entro il 2020 dall’attuale 160% al 120,5%, lo 0,5% in più dell’obiettivo finora fissato, ma che si riteneva non sarebbe più stato centrato solo con i 130 miliardi del pacchetto. Per questa ragione, i creditori privati sono stati chiamati ad uno sforzo supplementare, accettando dopo negoziati durissimi e pressioni fortissime una perdita del 53,5% (finora era del 50%) del valore nominale dei bond greci in loro possesso. Il ruolo Bce - Nell’accordo per salvare Atene è intervenuta anche la Bce. Secondo quanto si legge in una nota dell’Eurogruppo diffusa al termine della riunione, la Banca centrale europea trasferirà i suoi profitti sui bond greci acquistati negli ultimi due anni nell’ambito del 'securities market program' alle banche centrali nazionali, che a loro volta li passeranno ai governi perchè possano trasferirli ad Atene "per migliorare ulteriormente la sostenibilità del debito pubblico greco". Tutti i Paesi membri dell’eurozona hanno poi accettato "un’ulteriore riduzione retroattiva dei tassi di interesse" del prestito alla Grecia, che, riferisce l’Eurogruppo, ha accettato di creare "un meccanismo che consenta un migliore monitoraggio" dei finanziamenti ottenuti e di quelli "generati all’interno": si tratta di quel conto bloccato su cui da settimane insisteva la Germania, sul quale Atene dovrà versare gli interessi sui nuovi prestiti, destinati prioritariamente a ripagare il debito. Grecia - Un "bel risultato", che dimostra come l’Europa sia "anche in grado di funzionare". Così il premier Mario Monti ha commentato l’accordo dell’Eurogruppo sul via libera al piano di aiuti alla Grecia, arrivato al termine di un pomeriggio e di una notte di trattative. "E' un bel risultato per la Grecia, per l’eurozona e per i mercati, speriamo - ha detto il presidente del Consiglio lasciando la riunione, alla quale ha partecipato in veste di ministro dell’Economia - E’ stato un lungo lavoro, l’Europa è anche in grado di funzionare". Quanto al coinvolgimento del settore privato nella ristrutturazione del debito greco, Monti ha riferito di "un negoziato intenso nel corso della notte"