"Pagare canone pure per i pc" Rivolta web: insulti alla Rai
Il tempismo scelto dalla Rai per annunciare la volontà di imporre il canone anche in ufficio - subito dopo la doppia strapagata e contestatissima performance di Adriano Celentano a Sanremo - ha sollevato un vero e proprio putiferio. La richiesta della tv di Stato è quella di imporre anche a imprenditori e liberi professionisti di pagare il canone se possiedono un computer con connessione a internet. Una novità che segue il recente balzello sulla tassa che si versa all'emittente pubblica. L'idea di vialle Mazzini ha innescato una sollevazione popolare su internet. Su Twitter l'hastag più caldo è piuttosto eloquente: #raimerda. Ma a protestare sono anche i politici e le associazioni dei consumatori: la Rai incassa un coro di no. Insorge la politica - Il Popolo della Libertà e il Partito democratico hanno criticato la campagna di comunicazione lanciata dalla tv di Stato. Il deputato del Pdl Bruno Murgia, in una nota, ha spiegato: "Il combinato disposto di una serie di articolati consentirebbe di esigere il canone anche da chi ha un semplice Ipad, una patente stortura". Murgia già nel 2007 aveva presentato alla Camera una proposta di legge per esentare dal canone i proprietari di pc, videofonini e palmari. Sulla stessa linea il senatore del Pd, Giancarlo Sangalli: "Pretendere denari da chi paga regolarmente il canone per le proprie abitazioni non è tollerabile. La pressione fiscale ha già superato il livello di guardia". Critiche alla Rai anche dal presidente dei senatori dell'Italia dei Valori, Felice Belisario: "E' probabile che le aziende non acquistino pc o iphone per vedere Sanremo in live streaming. Più probabile che questi siano, oggi, strumenti indispensabili di lavoro. Inviare il bollettino per il pagamento del canone al popolo delle partite Iva, inoltre, è una beffa che si aggiunge al danno di quei tantissimi che sono stati costretti ad aprire una posizione invece di essere assunti. Il canone va pagato e va combattuta l'evasione ma basta con balzelli e stravaganze". Le associazioni dei consumatori - Contro il balzello di Stato inosrgono anche le associazioni dei consumatori, Adusbef e Federconsumatori: "E' l'ennesima vergogna, l'ennesimo tentativo di scippo con destrezza che deve essere respinto al mittente, da parte del ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera per evitare l'ennesimo salasso. La Rai, un'azienda lottizzata che sempre di più sforna cattiva informazione e servizi spesso taroccati e strappalacrime per inseguire il feticcio dell'audience - sottolineano le due associazioni -, ha sfornato l'ennesimo balzello, a carico di imprese, studi professionali ed uffici, per imporre un pesante tributo sul possesso non solo degli apparecchi Tv, ma anche di qualsiasi dispositivo atto o adattabile a ricevere il segnale tv, inclusi monitor per il Pc, videofonini, videoregistratori, Ipad, addirittura sistemi di videosorveglianza, telefonini che si collegano ad internet con una somma che, a seconda della tipologia di impresa, va da un minimo di 200 euro fino a 6.000 euro l'anno a carico di oltre 5 milioni di utenti per un controvalore di 1 miliardo di euro l'anno. Rete imprese - Non poteva non farsi sentire Rete Imprese Italia, secondo la quale chi non paga è soggetto a pesanti sanzioni e a controlli da parte degli organi di vigilanza. "Quella del canone speciale Rai è una richiesta assurda perché vengono tassati strumenti come i computer che gli imprenditori utilizzano per lavorare e non certo per guardare i programmi Rai. Tanto più se si considera che il Governo spinge proprio sull'informatizzazione per semplificare il rapporto tra imprese e Pubblica Amministrazione. In questo momento di gravi difficoltà per i nostri imprenditori, di tutto abbiamo bisogno tranne che di un altro onere così pesante e ingiustificato".