Lavoro, Monti ai sindacati: "Riforma anche senza intesa"
Mario Monti non ha nessuna intenzione di farsi fermare da estenunanti trattative con i sindacati. E, davanti agli operatori della Finanza, diche che la riforma del lavoro si farà in ogni caso. Con o senza l'accordo delle parti sociali. «Noi speriamo con, ma non possiamo consentire poteri di blocco troppo paralizzanti». Una frase forte che delinea un'intenzione che aveva già fatto trapelare il ministro del Welfare Elsa Fornero. Come prevedibile, sono state moltissime le repliche alle parole del premier. Primo fra tutti, quelle del leader della Uil Luigi Angeletti: "Le aprole di Monti non ci stupiscono, sarebbe curioso il contrario, e cioè che il governo dicesse che governa solo se ha il consenso dei sindacati". E aggiunge: “Non c'è un Paese al mondo dove un presidente del Consiglio fa una dichiarazione simile”, dice. La Fornero sugli ammortizzatori sociali "La riforma non prima dell'autunno 2013" Niente manovra-due Il premier ha poi lanciato un messaggio tranquillizzante a tutti gli italiani che si può sintetizzare così: "niente lacrime e sangue". "Non ci sarà bisogno di una nuova manovra, perché sono già incorporati i margini di prudenza. Abbiamo deciso all'inzio dell'attività di governo, neanche tre mesi fa, di riaffermare l'obiettivo molto ambizioso che il precedente governo aveva concordato con l'Unione Europea e la Bce di raggiungere il pareggio di bilancio entro il 2013 - ha aggiunto Monti - con due anni di anticipo rispetto agli altri Paesi, abbiamo deciso di confermare questo obiettivo e non di cambiarlo perchè di tutto l'Italia aveva bisogno fuorchè di ulteriori segnali incertezza in ambito economico". Siamo stati prudentissimi, abbiamo incorporato tassi di crescita modestissimi, non abbiamo introdotto neanche un euro nella previsione di bilancio legati alla lotta all'evasione". Dunque non ci sarà altro spargimento di lacrime e sangue e i sacrifici dovrebbero essere "limitati" a quelli imposti dalla prima manovra. "La mia illusione ma anche la nostra ambizione è che alla fine del nostro mandato, l'Italia sia fuori dall'emergenza e che vi sia il ritorno pieno alla vita politica in condizioni più costruttive che in passato".