Sarkò più caro della Regina Pranzi, vini, aerei e sondaggi
Il dossier è di Dosière: sembra un gioco di parole, ma purtroppo per Sarkozy non lo è. René Dosière è infatti un deputato socialista che per la pignoleria con cui fa le pulci ai conti di tutti si è già guadagnato il soprannome di “ragioniere”, e che adesso si è messo a fare i conti in tasca al Presidente. Uscito a 100 giorni esatti dalle elezioni e lungo 300 pagine, il suo libro si intitola senz’altro «L'argent de l'État»: «I soldi dello Stato» (Edizioni Seueil). E dimostra che Sarkò è stato il più spendaccione tra tutti i presidenti della Quinta repubblica: non dei capi di Stato francesi dai tempi di Clodoveo in poi, giusto perché Luigi XVI ebbe una moglie che si chiamava Maria Antonietta. Ma se lo rieleggono, sembra suggerire Dosière, potrebbe avvicinarsi ai suoi record. Quel che è certo è che con Sarkozy il bilancio dell’Eliseo ha più che doppiato quello di Buckingham Palace: 50 milioni di euro hanno speso nel 2010 Elisabetta II e il Duca di Edimburgo; a 113 milioni sono arrivati lo stesso anno Sarkò e Carlà. A Roma in questi casi si dice in modo greve ma efficace: «Se so’ magnato tutto!». Sembra che però l’asserzione vada intesa in senso molto più letterale che iperbolico, nel senso che nel suo quinquennio Sarkozy risulta aver speso in generi alimentari una media di 12.000 euro al giorno. Non che abbia consumato tutto di persona: Carlà con quel fisico è al di sotto di ogni sospetto, e Sarkò neanche si fosse trasformato nei connazionali Gargantua e Pantagruel assieme ci sarebbe riuscito. Ma il fatto è che il Presidente in nome dell’immagine ama invitare in continuazione a colazione giornalisti e intellettuali, e sembra che in queste occasioni conviviali aragosta e champagne siano abituali. Un tipico menu «classico, leggero e raffinato» di quelli che secondo il dossier di Dosière sono normalmente serviti nel salone degli ambasciatori dell’Eliseo include carpaccio di gamberetti per primo, carne per secondo, torta di mele per dessert, annaffiato con Poully-Fumé Silex del 1995 scelto tra le 13.000 bottiglie dell’enoteca presidenziale. Anche se lui personalmente è astemio. Certo, qualche tentazione allo stravizio alimentare in famiglia ci deve essere, se si pensa all’intossicazione che il figlio di Sarkò Pierre, in arte DJ Mosey, si prese in Ucraina, dove era in tournée. Per rimpatriarlo, papà mandò un aereo presidenziale, al modico prezzo di 40.000 euro. Va detto che 8000 li mise lui: solo gli altri 32.000 furono a carico del contribuente. D’altra parte, durante il suo mandato Sarkozy ha volato a medie di 24 ore a settimana: oltre il 49% in più, rispetto al suo predecessore Chirac. L’Air Sarko One, che sarebbe poi un Airbus A 330, costa 260 milioni, e abitualmente la coppia presidenziale si muove con seguiti di 300 persone. E che Sarkò tenga in particolare all’efficienza dei trasporti è pure dimostrato dal fatto che dopo il suo arrivo alla Presidenza, anno 2007, le auto ufficiali sono quasi triplicate: da 44 a 121. Al costo di 120.000 euro per la manutenzione, più altri 330.000 di carburante. Malgrado ciò, Sarkozy si è comunque sempre molto preoccupato di quel che pensavano i cittadini sul suo operato. Lo dimostra il fatto che con lui la spesa della Presidenza per sondaggi è passata da 500.000 euro a 2,2 milioni. Qualche riscontro ci deve essere però stato, se si pensa al modo in cui nel 2010 fu annullato il ricevimento per il 14 luglio. Al Presidente doveva essere arrivato qualche eco di malumore, per i 700.000 euro che era costato il ricevimento del 2009, mentre un party in giardino per 7050 invitati venne nel 2008 475.523 euro. Il record delle spese, comunque, fu quello per il vertice del Mediterraneo del 2008: 16,6 milioni di euro per tre ore di conferenza, più un altro milione per la cena successivamente offerta ai 43 leader di Stato e di governo presenti. Che comunque dovevano essere buone forchette a loro volta. Per la cronaca: co-presidente era Mubarak. La bulimia di Sarkò non riguarda comunque solo cibarie e trasporti ma anche locali. Tradizionalmente, infatti, il palazzo di La Lanterne, fuori Parigi, era riservato al primo ministro. Sarkò se ne è impadronito, per passare i week-end assieme a Carlà in un luogo più discreto dell’Eliseo. Comunque, qualche spesa che è stata tagliata c’è. Quella per i cittadini in stato di bisogno che chiedono aiuti al Presidente, ai quali si possono dare contribuiti di 200-300 euro, è stata infatti ridotta dai 300.000 euro del 2006 ai 165.000 del 2010. Insomma, c’è la crisi o no? di Maurizio Stefanini