Grecia, la crisi fa piazza pulita Basta ai politici nei governi
Dopo le scene di battaglia urbana che hanno accompagnato l’approvazione in Parlamento dell’ennesimo piano di salvataggio lacrime e sangue, Atene si avvia alle elezioni anticipate e, entro domani, 15 febbraio, deve convincere Europa e mercati che sarà in grado di attuare le misure di risparmio adottate. Tagli alle pensioni, 15mila licenziamenti pubblici entro l’anno, un miliardo e cento milioni di spesa farmaceutica in meno, salari ridotti di oltre il 20% fino a stipendi medi, anche nel privato, di 600 euro fanno parte della medicina talmente amara che, secondo molti osservatori, potrebbe paradossalmente arrivare a uccidere il malato. La risposta - Per trovare delle risposte alla sua crisi Atene deve guardare a Roma. Ne sono convinti commentatori e analisti greci secondo i quali, dopo il drammatico voto in Parlamento di ieri e la rivolta che ha messo a ferro e a fuoco la capitale greca, il primo ministro Luca Papademos "non ha altra scelta che seguire il modello italiano", ha detto Yannis Monogios, del Centro di pianficazione e ricerca economica. Vale a dire quello di un governo tecnico sul modello di quello di Mario Monti che possa affrontare le difficili riforme necessarie a salvare il paese. E Papademos potrebbe essere favorito su questa strada dalla situazione che si è determinata con l’approvazione del nuovo pacchetto di austerity, che ha visto l’uscita di scena di quattro ministri, due vice ministri e la perdita del sostegno di un partito minore della coalizione, la formazione di destra Laos. "Ora la road map politica è aperta - afferma un collaboratore del leader socialista George Papandreou - e per la prima volta nella storia della Grecia moderna nulla è più certo e lo spettro politico che conoscevamo è ora finito". Governo tecnico - Come il governo Monti il governo Papademos è sostenuto da una coalizione di unità nazionale, ma differenza del governo italiano quello greco è ancora strettamente politico, con i suoi membri preoccupati dalle eventuali conseguenze elettorali. Per il quotidiano greco 'Kathimerinì la portata del rimpasto di governo in Grecia dipenderà soprattutto dai tempi delle elezioni, ora fissate per aprile. "Così molti deputati, sia conservatori che socialisti, non sosterranno più le politiche che sono state applicate e così Papademos potrà sfruttare questa opportunità ideale per un rimpasto e formare un governo più agile e flessibile", scrive il giornale, sottolineando che potrebbe avvenire forse prima dell’incontro cruciale di merecoledì a Bruxelles.