Legge 40, Consulta boccia

Albina Perri

Il limite dei tre embrioni posto dalla legge 40 non va bene. Per questo la Consulta lo ha bocciato come illegittimo. La legge del 2004 sulla procreazione medicalmente assistita è stata esaminata oggi: i 15 giudici hanno terminato l'udienza pubblica, in cui hanno ascoltato le motivazioni in base alle quali è stata sollevata la questione di legittimità costituzionale su alcuni articoli della normativa, e la difesa dell'Avvocatura dello Stato. Un'udienza di due ore e mezza, animata dallo scontro tra le parti. Alla fine, la decisione: almeno sul limite dei tre embrioni, la legge 40 non funziona. Se si potranno creare più di tre embrioni, la conseguenza sarà anche che gli embrioni potranno essee selezionati, anche se in realtà la legge lo vieta: un gran caos, che spingerebbe forse il Parlamento a riaprire il caso e a rivedere il tutto. Già nel 2006 la Consulta aveva ritenuto inammissibile la questione di legittimità relativa all'articolo 13, sollevata dal tribunale di Cagliari chiamato a giudicare il caso di una coppia talassemica che aveva richiesto di effettuare la diagnosi embrionale preimpianto. Questa volta sono state esaminate tre distinte ordinanze del 2008, emanate dal Tar del Lazio e dal Tribunale di Firenze, relativi all'articolo 14 della norma, che prevede la formazione di un numero limitato di embrioni fino a un massimo di tre, da impiantare tutti contestualmente, vietando la crioconservazione al di fuori di ipotesi eccezionali.  "Se, come pare, la decisione della Corte ha come obiettivo quello di eliminare il divieto di creare più di tre embrioni e dell'obbligo di impianto degli embrioni creati, si produrrà come inevitabile conseguenza la possibilità di selezionare gli embrioni migliori e scartare gli altri", avverte il professor Alberto Gambino, ordinario di diritto privato e direttore del Centro di ricerca in scienze umane dell'Università europea di Roma. Quindi la Legge 40 sarebbe tutta da rivedere.