Grecia, no accordo pensioni Sì al taglio salari minimi

Lucia Esposito

 Il governo greco va oggi a Bruxelles, alla riunione dell’Eurogruppo, senza che i leader politici abbiano trovato un accordo. Lo stallo nelle trattative riguarda il taglio delle pensioni integrative. Manca dunque un’intesa completa sugli impegni che Atene è pronta a prendere per sbloccare la seconda serie di aiuti internazionali da 130 miliardi di euro. "Parto per Bruxelles - spiega il ministro dell’Economia, Evangelos Venizelos - augurandomi che l'Eurogruppo prenda una decisione positiva riguardo al piano di aiuti". L’arrivo dei soldi del piano di salvataggio internazionale sono fondamentali per evitare un default e pagare i 14,5 miliardi di bond in scadenza il 20 marzo. Al termine di una lunga riunione notturna i leader dei tre partiti non hanno trovato un accordo sul lungo elenco di richieste che la troika ha avanzato alla Grecia. Fonti del governo assicurano che le pensioni sono l’unico punto su cui non è stato trovata un’intesa. Il leader dei conservatori, Antonis Samaras ha assicurato che oggi i tre leader torneranno a riunirsi. "I colloqui - ha detto - riguarderanno le pensioni". Anche i creditori privati si incontreranno questa mattina a Parigi. La Grecia ha un debito complessivo di 350 miliardi di euro. Il taglio dei creditori privati sarà di circa 100 miliardi, ma la troika vuole che il debito scenda a 120 miliardi di euro entro il 2020. L’Eurogruppo si incontra a Bruxelles alle 18.00 ora italiana. La bozza della troika sul nuovo pacchetto di aiuti prevedeva il taglio del 22% sui salari minimi, tagli alle pensioni e misure di contenimento permanente della spesa pubblica. Atene non potrà ricevere la seconda tranche di finanziamenti da 130 miliardi di euro.