Finti soci, pseudo-Iva, stagisti Tutti i contratti sfrutta-giovani
Si dice progettista, voucherista, assegnista, stagista e si legge precario. Oltre ai cosiddetti lavori a termine, in Italia c'è tutta una giungla di strumenti legali ma abusati che sfruttano i giovani abbassando il costo del lavoro per le aziende ma non dando certezze ai dipendenti "atipici". Tutte figure inquadrate con etichette fuorvianti (alcuni sono "finte Partite Iva", altri addirittura "Soci simulati") e accomunate da salari, contributi e assicurazioni per incidenti e malattie decisamente precari. Come loro. Falso progettista - Roberto Petrini, su Repubblica, ha contato sette contratti-capestro. I nomi sono altisonanti, solo quelli. Si parte dal "Falso progettista", di fatto un Co.co.pro subordinato travestito da collaboratore. Ha tutti gli obblighi di un dipendente indeterminato, ma senza liquidazione, ferie o permessi di maternità. Lavora in media 7 mesi su 12, guadagna 8.000 euro all'anno. Pseudo Partita Iva - Del libero professionista ha soltanto lo status formale. In realtà in genere propone polizze e abbonamenti via telefono, anche se questo tipo di contratto è diffuso anche in altri settori, in particolare quello edile. Quasi sempre il committente è uno solo, quindi è un lavoro subordinato mascherato. Stagsta o praticante - Senza paga (al massimo rimborsi spese), contriuti né assicurazioni, lo stagista viene spesso utilizzato nei periodi caldi: vacanze di Natale o ferie estive, quando i dipendenti lasciano buchi momentanei. Il praticante allunga i tempi di "sfruttamento" a 2 o 3 anni gratis, visto che il decreto liberalizzazioni ha eliminato anche "l'equo compenso" previsto dall'ultima manovra del governo Berlusconi. Socio simulato - Al giovane viene proposto un contratto di "associazione in partecipazione". Finti soci, ma senza partecipazione degli utili effettiva: spesso si tratta di commessi che gestiscono negozi in franchising di grandi catene per 1.000 euro al mese. Panchinaro - Legato all'agenzia interinale, di cui aspetta la chiamata o l'sms per contratti a tempo limitatissimo: 3 o 6 mesi, poi di nuovo a casa. Sono circa 450mila gli italiani in questa condizione. Assegnista - Quella dell'università è una strada altrettanto impervia. I quasi 40mila giovani assegnisti lavorano per i 4 anni previsti dal contratto, dopodichè possono essere richiamati o restare a casa. Guadagnano 16mila euro lordi all'anno, ma senza prospettive sicure. Voucherista - Il cosiddetto lavoro accessorio funziona con un "buono", il voucher, che il datore di lavoro compra per pagare alcune tipologie di professionisti anche via posta: collaborazione domestica, giardinaggio, turismo, insegnamento privato, consegna porta a porta