Calciopoli, Moggi condannato "per le schede sim in Svizzera"

Giulio Bucchi

Sono state depositate oggi le motivazioni del giudice Casoria, del Tribunale di Napoli, sul sistema detto "Calciopoli" che ha portato alla condanna, tra gli altri, dell’ex Dg, Luciano Moggi. Secondo quanto scrive il giudice, l’elemento "ben più pregnante e decisivo è rappresentato dall'uso delle schede straniere delle quali è risultata la disponibilità procurata da Moggi a designatori e arbitri". Secondo i magistrati gli "incontri con i designatori fuori delle sedi istituzionali, che emergono dalle intercettazioni telefoniche in prossimità delle partite, il continuo e prolungato chiacchierare... che effettivamente può configurare la trasmissione del messaggio potenzialmente idoneo a spingere i designatori, e talora anche gli arbitri, a muoversi in determinale direzioni piuttosto che in altre", sono tra gli elementi di prova alla base della condanna dell’ex dg della Juventus. Sul reato di associazione per delinquere, il giudici indica "quelli che si ritengono gli elementi di prova della responsabilità di Moggi, utili a conferirgli la qualifica di capo dell’associazione". Rapporto amichevole - Nelle 558 pagine di motivazione è indicato il "rapporto diffusamente amichevole degli arbitri con Moggi, che non perde valore indiziante solo perché dagli atti emerge il rapporto di altri arbitri non imputati e addirittura di taluno degli arbitri imputati, come De Santis, altrettanto amichevole con dirigenti sportivi curanti interessi diversi da quelli di Moggi, ad esempio Meani, ben potendo configurarsi l’esistenza dell’associazione". Nelle motivazioni della sentenza Calciopoli, il giudice del Tribunale Teresa Casoria, ha scritto che Moggi aveva "un rapporto disinibito con i rappresentanti della Federazione italiana gioco calcio, soprattutto con Franco Carraro, da cui emerge - sostiene il giudice - anche l’alto livello di invadenza nelle soluzioni tecniche in riferimento ai convocati della Nazionale di Marcello Lippi".