Silvio mai più premier: "Lascio la prima linea"

Andrea Tempestini

Silvio Berlusconi concede la sua prima intervista da quando ha lasciato la presidenza del Consiglio al Financial Times e annuncia "un passo indietro dalla politica in prima linea". Il Cavaliere spiega che non correrà più per il ruolo di primo ministro in Italia, che supporterà Angelino Alfano ma che nel Pdl si faranno le primarie. Dalla sua residenza romana, Berlusconi parla e spazia dal suo partito, alla crisi finanziaria, alla "terribile campagna mediatica" nei suoi confronti  fino al bunga bunga e al processo Mills, due processi per i quali si dice "sereno". Berlusconi e Monti mai così vicini Videoeditoriale di Pietro Senaldi su LiberoTv "Passo indietro con eleganza" - Berlusconi spiega che le dimmissioni a novembre furono dovute "alla campagna ossessiva dei media italiani e stranieri" nei suoi confronti, media che lo accusarono per l'impennata dello spread e la crisi dei mercati. "Dopo aver valutato le cause della crisi, che non è italiana ma europea e dell'euro - sottolinea il Cav -, credevo che se fossi rimasto al governo avrei danneggiato l'Italia poiché le campagne mediatiche contro di me sarebbero state ancora più terribili. Con senso di responsabilità, nonostante avessi la maggioranza in entrambi i rami del parlamento, ho fatto un passo indietro con eleganza". "Primarie per il Pdl" - Silvio però non si perde d'animo, e ribadisce che a 75 anni "sono ancora giovane". Per dimostrarlo ha anche mostrato un livido che ha detto provenire da una partita di hockey su ghiaccio contro la Russia di Vladimir Putin. Poi però la puntualizzazione, spiegando di essere sì giovane, ma troppo vecchio per correre nuovamente per la presidenza del Consiglio alle elezioni previste nella primavera del 2013. Il Cav ha così ribadito il suo sostegno al delfino ufficiale, il segretario del Pdl Angelino Alfano, ma ha anche espressamente sostenuto per la prima volta lo strumento delle primarie tra gli Azzurri per scegliere il suo successore. Un ruolo nel governo Monti - Berlusconi mette però in chiaro di non voler lasciare del tutto la politica, spiegando che continuerà il suo lavoro dietro alle quinte in veste di "padre fondatore" del Pdl. Anche al Financial Times Silvio ha ribadito quanto riportato dal Corriere della Sera: il Cav, a breve, vuole passare dal sostegno al governo Monti ad avere un ruolo attivo nell'esecutivo, un ruolo in pianta stabile nel governo dei prof. L'ex premier, al Ft, ha poi ribadito di avere un indice di gradimento tutt'ora superiore a quello dei suoi omologhi francesi e tedeschi, Nicolas Sarkozy e Angela Merkel. "Cambiare la Costituzione" - Anche nell'intervista al Ft Berlusconi ha ribadito la necessità di cambiare una Costituzione che "ha reso l'Italia del dopoguerra virtualmente ingovernabile" e che necessità di "riforme che diano al primo ministro più potere, che taglino i piccoli partiti in parlamento e che limitino l'influenza della magistratura di sinistra". E ancora, sul governo Monti, il Cav ha spiegato che "la speranza è che questo esecutivo, supportato per la prima volta da tutto il parlamento, abbia la possibilità di proporre grandi riforme strutturali, partendo dall'architettura costituzionale, senza la quale non si può pensare di avere un Paese moderno e realmente libero e democratico". Infine, sui casi giudiziari che lo coinvoglono (il processo Mills e quello per il caso Ruby), "nonostante gli attacchi dei media stranieri", il Cavaliere si è detto "sereno".